In occasione del 25° anniversario della sua nascita lo scorso dicembre, la Fondazione Varrone ha inaugurato una esposizione permanente nella Sala mostre di Palazzo Potenziani di Rieti, dedicata a due artisti reatini: Antonino Calcagnadoro e Giuseppe Ferrari. Grazie alle circa cento opere esposte, il visitatore può compiere un viaggio suggestivo tra Ottocento e Novecento, attraverso il mondo artistico dei due pittori, apprezzati in Italia e molto legati al territorio reatino. La mostra riassume l’intera vicenda di Antonino Calcagnadoro (1876- 1935), dalle prime opere fino alle immagini delle acciaierie di Terni, eseguite intorno al 1930, pochi anni prima della sua prematura scomparsa. Il percorso espositivo prende avvio con il dipinto giovanile “Le Ultime ore di Gaetano Donizetti”, che resta uno dei capolavori dell’artista per quanto concerne la pittura da cavalletto, e si articola in diverse sezioni tematiche che documentano motivi ricorrenti, anche in stagioni diverse, nel lavoro di Calcagnadoro.
C’è la sezione “Temi sacri e mitologici”, in cui si manifesta l’intensa attività di decoratore e pittore d’interni svolta per tutta la vita dal maestro. La sezione “Lavoro”, in cui sono esposti diversi dipinti dedicati dall’artista, particolarmente sensibile ai motivi sociali, alle fatiche dei mestieri, in particolari quelli agricoli. Segue quella dedicata a “Figure e ritratti”, un genere in cui Calcagnadoro riesce a caratterizzare con acuta sensibilità i singoli personaggi. C’è quindi “Motivi di guerra”, con la celebre immagine sinistra e incombente del “Cannone” e “In tempo di guerra accanto al fuoco”, due opere in cui l’artista sperimenta, pur senza aderirvi totalmente, la tecnica divisionista, allora molto in auge. Si passa quindi alla sezione “Paesaggio”, in cui sono esposte soprattutto vedute montane; qui Calcagnadoro conferma una vena naturalistica di matrice ottocentesca, che ispira fino agli ultimi anni la sua pittura. Segue “Vedute di città”, con scorci di Rieti, ma anche di Roma, la città in cui, trasferitosi ancor giovane, Calcagnadoro visse e insegnò per anni. Del tutto particolare è poi la sezione dedicata alla “Natura morta”. Conclude la mostra la serie di “Opere grafiche”, ovvero disegni e incisioni che attestano il mestiere lungamente e scrupolosamente coltivato dal maestro reatino anche in funzione della sua attività di decoratore.
A questa copiosa raccolta antologica di Antonino Calcagnadoro si aggiunge una piccola sezione dedicata a Giuseppe Ferrari, altro artista sabino rappresentativo dell’arte a cavallo tra Ottocento e Novecento. Nella sala a lui destinata si possono ammirare dieci tele, alcune di grandi dimensioni, e una scultura in bronzo, grazie alle quali il visitatore può avere uno spaccato delle tecniche artistiche nonché dei soggetti maggiormente amati dall’artista.
La mostra permanente è allestita presso Palazzo Potenziani, a Rieti in via dei Crispolti 24. L’ingresso è libero. Si può visitare tutti i giorni dalle 16,30 alle 19,30; la domenica anche dalle 10 alle 13. È necessario prenotare: shanti.scopigno@fondazionevarrone. it, 0746491422.