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Nascono spazi per conoscere, crescere e lavorare

Da Palazzo Branciforte nel centro di Palermo a Palazzo Bracci Pagani nel cuore di Fano, dal Palatium Vetus di Alessandria a Palazzo Binelli di Carrara, da Palazzo de’Mayo sul Corso di Chieti al Polo di Sant’Agostino a Modena, e così via in tutta Italia, sono moltissimi gli edifici storici restaurati dalle Fondazioni, e spesso loro sedi istituzionali, che per la gran parte sono dedicati a servizi al pubblico, fungendo da veri e propri poli di aggregazione culturale e sociale. Ma non è di queste esperienze, da tempo consolidate e più volte illustrate in questa rivista, che vogliamo dar conto, bensì delle sempre più numerose iniziative di recupero di aree dismesse, per lo più residuate da precedenti attività industriali, la cui riqualificazione e rifunzionalizzazione sta migliorando il volto delle città. Grazie a interventi delle Fondazioni, quasi sempre in sinergia con altri attori, sia pubblici che privati, questi spazi prima abbandonati sono oggi destinati a nuovi usi in favore delle comunità: per studiare, avviare un’impresa, conoscere, rilassarsi. Senza alcuna pretesa di esaustività, ne presentiamo alcuni. Fondazione Cr Trieste, per esempio, ha riconvertito alcuni edifici del porto realizzando un polo espositivo e una piscina terapeutica, Fondazione Carivit ha realizzato il Museo della Ceramica in un ex mattatoio, Fondazione Cr Firenze sta trasformando il granaio della famiglia Medici in riva all’Arno in un hub digitale per ospitare start up innovative, Fondazione Cr Cuneo ha finanziato un bando sperimentale per abbattere gli “ecomostri” che deturpano i centri urbani del suo territorio, Fondazione Cariparo sostiene gli Enti locali che recuperano le aree urbane dismesse per realizzare parchi gio-co dedicati ai bambini.

Andando su dati di cronaca, il riscontro positivo di molte iniziative è evidente. Sono più di 100mila le persone che hanno visitato finora le nuove Ogr (in foto), frutto del restauro di un grandissimo edificio industriale della fine dell’Ottocento nel centro di Torino, che si sviluppa su un’area di oltre 20 mila metri quadri. Qui si riparavano i treni, ma Fondazione Crt l’ha acquistato e trasformato (con un impegno economico complessivo di 100 milioni di euro) nel nuovo Distretto della Creatività e dell’Innovazione, punto d’incontro di mostre, spettacoli e concerti, nonché di uffici, di start up e di imprese innovative. Si tratta infatti di un esempio unico in Europa di riconversione industriale finalizzata a far convivere al proprio interno due anime: quella della ricerca artistica, in tutte le sue declinazioni, e quella della ricerca in ambito tecnologico.

Sempre di riconversione di edifici industriali possiamo parlare spostandoci di 150 km verso Est. All’interno delle ex acciaierie Ansaldo di Via Bergognone 34 a Milano, nel distretto Tortona (zona di riferimento del design e della moda), si trova Cariplo Factory, un grande polo di open innovation inaugurato nel 2006 da Fondazione Cariplo. Qui, grazie al coinvolgimento di incubatori d’impresa, acceleratori, università e centri di ricerca, le Pmi e le grandi aziende possono incontrare giovani creativi, startuper e imprenditori sociali. Lo scambio e la contaminazione di idee e di competenze danno vita a un fertile ecosistema orientato all’innovazione.

Mirata esclusivamente al sociale è invece l’esperienza di Ascoli Piceno. Qui la Fondazione ha acquistato e ripristinato un edificio abbandonato nel centro storico cittadino, dando vita alla Bottega del Terzo settore: una “casa” in cui le organizzazioni del territorio possono incontrarsi, farsi conoscere, trovare servizi, attivare collaborazioni. Si tratta infatti di uno spazio di coworking, specificamente destinato al non profit, assolutamente nuovo per l’Italia. C’è poi M9 della Fondazione di Venezia. È un’area di 10 mila metri quadri nel centro di Mestre, progettata e costruita secondo i più moderni criteri di ecosostenibilità, che sarà una piccola smart city nella quale troveranno ospitalità cultura, con il Museo del Novecento, servizi per i cittadini e commercio, generando occupazione, crescita e benessere per la collettività. Rimanendo in Veneto, un ex ospedale e l’ex distretto militare sono stati riconvertiti in sede universitaria grazie alla Fondazione Cassamarca, che ha anche recuperato l’ex Convento San Francesco di Conegliano, trasformato in campus e sede di attività culturali. Per non parlare del grandissimo intervento per l’Area Appiani (80 mila mq): una delle più importanti iniziative immobiliari di valenza pubblica in ambito italiano, che ha dato vita a una nuova “cittadella delle istituzioni” sui terreni dell’ex fornace Appiani.

“Fondazioni” gennaio-febbraio 2018

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