Alla Giornata del Risparmio un ampio excursus sull’evoluzione dell’andamento del risparmio in Italia ha introdotto la riflessione del Governatore Ignazio Visco sulla sua tutela. Ne riportiamo brevi stralci.
«Alla tutela del risparmio concorrono due ampie categorie di politiche pubbliche, quelle volte a garantire la stabilità del sistema finanziario e quelle a difesa del risparmiatore… Politiche economiche in grado di favorire la crescita dell’economia rappresentano un baluardo indispensabile per la tutela del risparmio. Il valore delle attività finanziarie discende da quello dei beni reali…
Un’economia che non cresce non può generare le risorse necessarie per remunerare i capitali investiti nelle imprese, per sostenere l’onere del debito pubblico, per consentire alle famiglie di ripagare i debiti. La debolezza della crescita economica ha effetti ancora più gravi sulla ricchezza finanziaria se si accompagna a un eccesso di debito in alcuni settori. La recente crisi finanziaria fornisce esempi drammatici della gravità di questi rischi. In Italia è stata proprio la combinazione di bassa crescita strutturale e debito pubblico elevato che ha esacerbato i problemi del settore bancario…
Alle politiche macroeconomiche si affiancano quelle volte a garantire la forza del sistema finanziario nel suo complesso, e di quello bancario in particolare. Con la crisi si è intensificata l’azione normativa a livello internazionale, volta a ridurre la rischiosità degli intermediari. Ne sono conseguiti l’innalzamento della quantità e della qualità del capitale delle banche, l’introduzione di requisiti di liquidità e di vincoli alla trasformazione delle scadenze, la definizione di limiti alla leva finanziaria. Sono stati inoltre rafforzati i sistemi di governo societario e adottati requisiti prudenziali aggiuntivi per le istituzioni a rilevanza sistemica. È stato altresì rivisto il sistema di gestione delle crisi bancarie, con l’esplicito intento di concentrarne gli oneri in primo luogo, se non unicamente, sui detentori delle passività degli intermediari, con l’eccezione dei depositanti protetti dai sistemi di garanzia…
La supervisione sulle banche riduce significativamente la probabilità che si verifichino crisi bancarie, ma non può annullarla. Gli accertamenti di vigilanza richiedono analisi accurate e complesse, in loco e a distanza; non possono fare ricorso ai poteri che la legge riserva all’autorità giudiziaria e alle forze di polizia. Nella gran parte dei casi di difficoltà dei singoli intermediari l’analisi dei dati disponibili, l’esame dei fattori di rischio, gli esposti vagliati, le indagini ispettive hanno permesso di preservare la sana e prudente gestione degli intermediari e di risolvere, con determinazione e con il necessario riserbo, situazioni di tensione. Le banche sono imprese; in condizioni normali, anche in presenza di difficoltà, la Vigilanza non può sostituirsi agli amministratori. Operazioni poste in essere rapidamente per eludere i controlli, per aggirare regole e limiti possono compromettere la stabilità dell’intermediario. I fenomeni più gravi sono stati individuati per tempo e tempestivamente segnalati all’autorità giudiziaria, anche se non sempre questo è sufficiente a evitare una crisi…
La tutela del risparmio richiede stabilità monetaria e stabilità finanziaria; le decisioni e gli interventi di banca centrale e di vigilanza le perseguono con determinazione; sui comportamenti delle singole banche la supervisione è ferma e intensa».
“Fondazioni” novembre-dicembre 2017