C’è il progetto per accedere ai servizi comunali dal bar sotto casa e la card per andare in palestra che si ricarica facendo volontariato; c’è l’intervento per favorire la promozione turistica del territorio dando lavoro ai giovani e quello di agricoltura sociale; ci sono iniziative che promuovono la socialità dei cittadini, mettendo al centro luoghi comuni come il bosco o il parco comunale; ci sono infine programmi per stimolare l’aggregazione di giovani e anziani nei condomini e nelle case popolari. Sono gli otto progetti avviati in provincia di Trento, grazie a “Welfare a km zero”, iniziativa promossa da Fondazione Caritro in collaborazione con Provincia autonoma di Trento, Consiglio delle Autonomie Locali e Fondazione Demarchi. L’obiettivo comune a tutti i progetti finanziati è sostenere la sperimentazione di azioni di welfare generativo nel territorio trentino. Perché, come afferma Michele Iori, presidente della Fondazione Caritro: «In una società dove aumentano le famiglie vulnerabili e i legami sociali si indeboliscono diventa necessario individuare nuove modalità di risposta alle sfide che si pongono nel sistema del welfare».
Dopo un percorso di ascolto e di analisi dei bisogni del territorio, il progetto Welfare a km zero ha visto l’attivazione di sette laboratori di progettazione partecipata, a cui hanno aderito circa 250 referenti di realtà trentine. A gennaio 2017 è stato quindi pubblicato il primo bando per progetti di welfare generativo, per il quale il budget complessivo ammontava a 750mila euro (500mila stanziati dalla Fondazione Caritro, il resto dagli altiri partner). Il bando chiedeva idee progettuali concrete per avviare sperimentazioni da realizzare in rete, coinvolgendo anche realtà esterne al sistema di welfare sociale. Tra le proposte pervenute la Fondazione Caritro ha individuato otto progetti e ha stabilito di sostenerli utilizzando completamente il budget a disposizione. I progetti saranno tutti attivati entro il 2017 e, dopo una fase triennale di sperimentazione, dovranno raggiungere una propria sostenibilità economica.
«Welfare a km zero prova ad andare oltre rispetto al welfare tradizionale, su cui è importante continuare a lavorare – ha spiegato Luca Zeni, assessore alla Salute e alle Politiche sociali della Provincia autonoma di Trento –, con l’obiettivo di trovare nuove modalità di risposta ai bisogni espressi dal territorio. Le istituzioni coinvolte hanno creato insieme questo “contenitore”, uno spazio dove diverse realtà trentine hanno avuto occasione di incontrarsi e progettare insieme; e sono proprio i legami e le collaborazioni alla base di questi progetti, questa dimensione relazionale, le chiavi fondamentali per costruire insieme un nuovo welfare».
“Fondazioni” novembre-dicembre 2017