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Imparare ad amare

“NoiNo.org Lab. Diventare uomini senza violenza” è il progetto voluto e finanziato dalla Fondazione del Monte per proseguire in chiave educativa il lungo percorso di sensibilizzazione portato avanti dal 2012 con la campagna di comunicazione NoiNo.org contro la violenza sulle donne. Adottando metodologie formative esperienziali e partecipative, un gruppo di associazioni riunite nella rete “Attraverso lo Specchio” ha coinvolto nei mesi scorsi circa 300 tra studenti, adolescenti e adulti (genitori, formatori, insegnanti) in 13 laboratori interattivi, realizzati in scuole secondarie di primo e secondo grado, enti di formazione e centri giovanili di Bologna, Imola, Monte San Pietro, Granarolo, Zola Predosa e Casalecchio di Reno.

Negli incontri si è discusso di stereotipi di genere, violenza maschile contro le donne, bullismo e violenza tra adolescenti. Le attività rivolte ai ragazzi e alle ragazze hanno coinvolto preadolescenti e adolescenti dagli 11 ai 19 anni, sia italiani che migranti di seconda generazione. Filo conduttore dei diversi percorsi laboratoriali è stata la riflessione che collega stereotipi di genere, ruoli di genere nella società, relazioni sentimentali e violenza maschile contro le donne. Attraverso il lavoro in piccoli gruppi, brainstorming collettivi, scrittura e scelta di immagini, si è inizialmente proposto ai ragazzi di ragionare insieme sulle aspettative sociali differenti che ancora riguardano uomini e donne, sui modelli di “vero uomo” e “vera donna” e sugli immaginari della sessualità e delle relazioni ancora impregnati di disparità e pregiudizi. Dopo la riflessione sugli stereotipi ogni laboratorio ha poi affrontato il tema specifico della violenza di genere, con il coinvolgimento di “peer educator” più grandi, proiezione di video e utilizzo di materiali visivi, drammatizzazioni, discussione in gruppo su esempi concreti. Ai ragazzi è stato proposto un percorso che li aiutasse non solo a conoscere la violenza come fenomeno sociale, ma soprattutto a riconoscere la violenza nelle proprie relazioni e all’interno dei gruppi di coetanei. Un’attenzione specifica è stata dedicata in molti dei laboratori al fenomeno della violenza in rete, che riguarda specificatamente gli adolescenti e purtroppo sempre più anche i preadolescenti: dalle varie forme di “cyber bullismo” alla pratica del “sexting” (la condivisione tramite smartphone e sui social network di immagini sessualmente esplicite) alla forma specifica del “revenge porn”, ovvero la divulgazione di immagini private a scopo di vendetta dopo un rifiuto o la fine di una relazione. Sulle forme specifiche della violenza in rete tra giovanissimi, e in generale sulla capacità di prevenire possibili forme precoci di violenza di genere tra adolescenti, si è discusso anche nei laboratori rivolti agli adulti che, in quanto genitori o nel ruolo formativo di insegnanti e educatori, hanno necessità di acquisire strumenti di comprensione e di intervento.

Culmine del percorso è stato la messa in scena a cura della compagnia PartecipArte di “Amore mio”, uno spettacolo che mostra le tappe che portano una coppia dall’amore alla violenza: possesso, isolamento e violenza. Attraverso la pratica del “teatro dell’oppresso”, che permette al pubblico di interrompere la messa in scena, di intervenire e sostituirsi a uno dei personaggi cambiando così il corso dello storia, lo spettacolo mostra che tutti abbiamo un ruolo da giocare nella prevenzione della violenza di genere e che possiamo aiutare una persona che sta entrando in una relazione in cui l’amore diventa possessività e controllo. Lo spettacolo consente di allenarsi a intervenire, sia prima che una relazione diventi violenta che dopo.

“Fondazioni” settembre-ottobre 2017