In questi giorni la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze festeggia il suo venticinquesimo compleanno. Un quarto di secolo in cui si è presa cura dello straordinario patrimonio storicoartistico della culla del Rinascimento, da Santa Maria Novella agli Uffizi, dalla Basilica di San Lorenzo a Villa Bardini. Ma nel suo operare la Fondazione non ha mai trascurato i tesori “minori”. Sulle pagine di Fondazioni abbiamo più volte ricordato ad esempio il progetto “Piccoli Grandi Musei”, con cui la Fondazione ha messo in rete il vastissimo arcipelago di musei del territorio fiorentino. In questo articolo presentiamo due recenti iniziative rappresentative del modus operandi dell’ente guidato da Umberto Tombari. Da un lato c’è un progetto per valorizzare il piccolo museo di Castelfiorentino, trasformandolo in un “polo di eccellenza” sul fronte dell’accessibilità. Dall’altro il restauro delle Sale Giapponesi del particolarissimo Museo Stibbert di Firenze. Partiamo dal primo.
Con uno stanziamento di 300mila euro la Fondazione Cr Firenze finanzia un progetto triennale a favore del Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino (a 40 km da Firenze), che punta non solo ad ampliare il pubblico con problemi di disabilità, ma a declinare il concetto di “accessibilità” nel senso più vasto, inteso come opportunità di accesso alla bellezza dell’arte da parte di tutti. Perché, come ricorda la direttrice del Museo Serena Nocentini: «L’accessibilità non riguarda solo la preoccupazione verso le persone con disabilità, ma è un vero e proprio metodo di lavoro: significa prendersi cura di tutte le persone e saper instaurare, attraverso l’unicità del proprio patrimonio, relazioni positive con chiunque entri al museo, affinché ogni ospite possa accedere e godere del patrimonio esposto ». Lo stanziamento della Fondazione servirà principalmente per ampliare l’offerta rivolta al pubblico dei non udenti: il Museo realizzerà una video-guida nel linguaggio dei segni, da distribuire gratuitamente all’ingresso. Verranno inoltre realizzati nuovi percorsi e strumenti specifici pensati per le persone con disabilità intellettiva e con disturbi dello spettro autistico. Sarà infine potenziato il progetto “Storie ad Arte” per le persone con l’Alzheimer, già attivo presso il Museo. Tutte queste buone pratiche di accessibilità verranno infine messe a disposizione degli altri musei, per essere replicate altrove, attraverso un’apposita piattaforma web che sarà gestita e implementata direttamente dal personale. Da ultimo, anche grazie al contributo della Fondazione fiorentina, il Museo Benozzo Gozzoli è stato selezionato per partecipare al progetto “Museo per Tutti”, un’iniziativa nazionale, attiva per ora solo in alcuni musei di Cremona, Genova e Torino. Essa prevede l’elaborazione di percorsi tematici che, grazie all’adozione di strumenti multimediali, rendono il patrimonio culturale facilmente fruibile anche dai non addetti ai lavori: bambini, adulti e persone con disabilità intellettiva.
Il secondo intervento finanziato recentemente dalla Fondazione Cr Firenze per il patrimonio museale della sua città riguarda il Museo Stibbert, che espone una straordinaria raccolta di oltre 30mila pezzi tra armi, armature, costumi, quadri, arazzi, oggetti di arredo e di arte applicata, che il nobile anglo-italiano Frederick Stibbert (1838-1906), trasferitosi nel capoluogo toscano da bambino, alla sua morte decise di donare al Comune di Firenze. Particolarmente prestigiosa all’interno del Museo è la Sezione Giapponese che ospita circa 1.800 pezzi (XIV-XIX sec.) tra armi bianche, sciabole, armature, elmi, armi da fuoco, archi, frecce, ma anche mobili, porcellane, stampe e costumi. Le Sale Giapponesi non erano stati oggetto finora di alcun intervento conservativo e ultimamente avevano subito, gravi danni a causa delle infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto. Gli interventi di restauro finanziati dalla Fondazione hanno riportato al loro originario aspetto tutti gli ornati che fanno da scenografico sfondo alle armature dei samurai, le vetrine e gli arredi secondo lo spettacolare gusto di Frederick Stibbert.