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Da Giotto a Morandi. Tesori d’arte di Fondazioni e Banche italiane

«Non chiamiamola mostra, sarà come varcare le porte di un grande museo nazionale, come visitare la Galleria degli Uffizi di Firenze o il Museo di Capodimonte di Napoli». Così Vittorio Sgarbi nel descrivere la mostra “Da Giotto a Morandi. Tesori d’arte di Fondazioni e Banche italiane”, di cui è curatore, allestita a Palazzo Baldeschi di Perugia fino al 5 novembre. Fortemente voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, a cui appartiene il Palazzo, e organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte, con il patrocinio di Acri, della Regione Umbria e del Comune di Perugia, la mostra si propone di far conoscere il ricco patrimonio artistico, non sempre conosciuto, acquisito negli anni dalle Fondazioni di origine bancaria e dalle Banche, grazie alle quali è stato salvaguardato e conservato, per essere oggi a disposizione del Paese e dei territori, della cui identità le opere raccolte sono spesso parte integrante e costitutiva.

La mostra vuol’essere anche occasione per ridare slancio al turismo in Umbria, così come gli altri eventi programmati sul territorio quale, per esempio, “Un Immenso bene umbro”, un percorso espositivo che coinvolge le sei Fondazioni di origine bancaria della regione e che sarà allestito a maggio a Perugia, nelle sale di Palazzo Lippi Alessandri. Inoltre i proventi derivanti dalla mostra “Da Giotto a Morandi” saranno devoluti in favore degli interventi di recupero del patrimonio storico-artistico locale danneggiato dai recenti eventi sismici. Ma che cosa potranno vedere i visitatori e i turisti in quest’esposizione realizzata con la regia di Sgarbi? Essa propone un avvincente percorso lungo sette secoli di storia dell’arte e, al contempo, consente di verificare la pluralità degli orientamenti che stanno alla base del fenomeno del collezionismo di Fondazioni e Banche.

Questo prezioso tesoro diffuso viene raccontato attraverso 90 opere: da Giotto, l’artista che ha rinnovato la pittura, così come Dante, suo contemporaneo, è ritenuto il “Padre” della lingua italiana, a Giorgio Morandi che, guidato da una sorvegliatissima coscienza formale, fu capace di infondere una solennità pacata e austera ai semplici oggetti del quotidiano. Tra questi due poli, il visitatore può ammirare le opere di maestri, più o meno noti, appartenenti alle principali “scuole” che compongono la peculiare e complessa “geografia artistica” della nostra nazione: Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Matteo da Gualdo (in foto “Vergine Assunta tra i Santi Tommaso e Sebastiano”), Dosso Dossi, Ludovico Carracci, Giovanni Francesco Guerreri, Ferraù Fanzoni, Giovanni Lanfranco, Guercino, Guido Cagnacci, Pietro Novelli, Giovanni Domenico Cerrini, Mattia Preti, Luca Giordano, Antonio Balestra, Gaspar van Wittel, Giovanni Antonio Pellegrini, Bernardo Bellotto, Corrado Giaquinto, Pompeo Batoni, Angelica Kauffmann, Giovanni Fattori, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini, Giuseppe Pelizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Medardo Rosso, Leonardo Bistolfi, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Gerardo Dottori, per citare solo i nomi più noti.

La mostra così dà conto dell’evoluzione degli stili e offre un’ampia panoramica sui soggetti affrontati dagli artisti, dal tema sacro alle raffigurazioni allegoriche e mitologiche, dal genere del ritratto a quelli del paesaggio e della natura morta.

«Il nostro progetto – afferma Sgarbi – testimonia che se si uniscono i patrimoni delle varie Fondazioni e delle varie Banche, spesso espressione della tendenza ad acquisire opere vicine alla propria regione o alla propria città, potremmo creare tanti musei nazionali che, altrimenti, non potrebbero esistere con i soli fondi pubblici ». Il grande critico e storico dell’arte sostiene, infatti, che la straordinaria raccolta di opere d’arte di proprietà delle Fondazioni e delle Banche italiane rappresenti un patrimonio di valore inestimabile complementare a quello dello Stato e sia un vero e proprio “museo parallelo”. Un museo che Acri illustra, nella sua completezza, nel catalogo multimediale “R’accolte” disponibile sul sito dell’Associazione (http://raccolte. acri.it) e dal 2012 accessibile online, tramite pc, tablet e smartphone. Si tratta di poter fruire liberamente di immagini e informazioni, con molteplici possibilità di lettura e approfondimento, relative a circa 13.000 opere d’arte, inventariate secondo i più accurati standard internazionali. Sono dipinti, sculture, disegni, ceramiche, stampe, numismatica e arredi, appartenenti a 73 collezioni di 59 Fondazioni: collezioni ampie e spesso varie sia nella composizione che nella stratificazione temporale, tanto da poter essere considerate come il volto storico e culturale dei diversi territori. Ed è da questo catalogo che è stata scelta la gran parte delle opere in mostra a Perugia. Nel raccontare il percorso che ha portato alla realizzazione del progetto, Sgarbi ha ribadito più volte «il ruolo fondamentale di Banche e Fondazioni nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale, di cui restano come testimonianza tantissime biblioteche e musei». E non ha mancato di sollecitare il proseguimento dell’attività di ricerca e acquisto da parte loro di opere d’arte.

«Questa mostra – ha concluso – segna il confine tra ciò che è stato fatto e il futuro».

“Fondazioni” maggio-giugno 2017