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Riapre al pubblico l’Appartamento del Re della Palazzina di caccia di Stupinigi

Riapre al pubblico, dopo 13 anni, l’Appartamento del Re nella Palazzina di Caccia di Stupinigi (To), restituito al suo originario splendore grazie a 10mila ore di lavoro. L’intervento è stato interamente finanziato dalla Fondazione Crt, storicamente il principale sostenitore privato del grande progetto di recupero e valorizzazione della Residenza Sabauda con un investimento complessivo di circa 20 milioni di euro, e realizzato in collaborazione con la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

«Oggi la Fondazione Crt riconsegna alla fruizione di tutti la bellezza dell’Appartamento del Re della Palazzina di Caccia di Stupinigi – spiega il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. Questo nuovo traguardo, dopo il recente recupero dell’Appartamento della Regina, è l’ultimo tassello di un più ampio intervento avviato 30 anni fa dalla Cassa di Risparmio di Torino e portato avanti dalla Fondazione Crt, per salvare una Reggia Sabauda che è patrimonio dell’umanità. Abbiamo la responsabilità di tutelare l’eredità che viene dal passato, trasformandola in un bene contemporaneo e vivo».

L’intervento sull’Appartamento del Re ha riguardato il restauro degli apparati decorativi fissi, in particolare dei dipinti murali delle volte e delle pareti, delle boiserie dipinte e dorate, della tappezzeria novecentesca, della carta da parati, dei serramenti, dei camini e della pavimentazione in seminato alla veneziana.
Il restauro sugli sguinci delle aperture dell’Anticamera ha riportato alla luce l’originaria decorazione settecentesca, di grande impatto formale e cromatico. Le indagini conoscitive eseguite sulle volte dell’Anticamera e della Camera da letto, dipinte dal 1737 al 1739 da Michele Antonio Milocco, il cui restauro è stato completato unitamente a quello sui cornicioni, hanno fornito interessanti informazioni sullo stato di conservazione e sulla tecnica esecutiva.
Riportata al suo splendore anche tutta la boiserie dell’Appartamento, in gran parte di fattura settecentesca, che presentava in particolare sulle porte gravi problemi conservativi con sollevamenti importanti. Si è proceduto alla pulitura e al consolidamento delle superfici in legno dipinto e dorato – che ha riportato cromie e dorature all’antico fulgore – e all’esecuzione di piccole stuccature e integrazioni cromatiche della foglia d’oro.
Sono inoltre stati restaurati tutti i dipinti su tela delle sovrapporte: le opere di Domenico Olivero dell’Anticamera e quelle della Galleria e del Gabinetto da toeletta.
Di particolare pregio il Pregadio nella Camera da letto realizzato da Piffetti nel 1762. L’intervento ha interessato anche la tappezzeria in seta con motivo a catenelle. Singolare il piccolo locale adibito a servizio igienico, dove la pulitura dei dipinti murali ha fatto emergere la cromia delle piastrelle bianche e azzurre dipinte, e dove la scelta è stata quella di conservare le rifunzionalizzazioni subite nel tempo da questo piccolo ambiente.
Gli interventi sul Gabinetto da toeletta hanno comportato la pulitura e il consolidamento dei dipinti murali opera di Giovan Francesco Fariano, il restauro delle Angoliere di Servozelli.
Gli interventi sulla Galleria verso il Salone centrale, completamente dipinta da Pietro Antonio Pozzo, hanno permesso di ritrovare le cromie originali e il loro scenografico rapporto con la grande architettura del Salone juvarriano.
Il restauro ha interessato inoltre le pavimentazioni in seminato alla veneziana dell’Anticamera, della Camera da letto e del Gabinetto da toeletta, riportando la superficie all’unitarietà e ai colori originali, i serramenti di tutte le aperture, che sono stati dotate di pellicole anti raggi u.v. al fine di preservare quanto restaurato, i camini in marmo.
Sono stati inoltre ricollocati i tre grandi lampadari già restaurati e gli arredi mobili dell’intero Appartamento.

«La sinergia tra soggetti privati non profit, come la Fondazione Crt e la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, ha consentito ancora una volta il raggiungimento di un obiettivo di interesse per la collettività: la tutela e la promozione di un bene artistico e storico di forte significatività per il territorio e per l’Italia – afferma Massimo Lapucci, Segretario Generale della Fondazione Crt –. Restituire al pubblico la Palazzina di Caccia di Stupinigi nella sua bellezza originaria significa aprire maggiormente il nostro territorio al mondo, farlo conoscere ancora di più in Italia e all’estero per la sua rilevanza anche come destinazione turistica».

www.fondazionecrti.it