In Italia le città sono spesso uno spettacolo da non perdere, soprattutto nella bella stagione. Così la Fondazione Cr Trieste anche quest’anno si inserisce nella manifestazione dal titolo “In primavera a Trieste!”, giunta alla quinta edizione, che apre uno sguardo diverso sulla città, mostrando la ricchezza dei suoi giardini, dei suoi musei, di cimiteri patrimonio di memoria, di arte e di cultura. La Fondazione propone la mostra di alcuni dipinti tra gli oltre 400 capolavori del proprio patrimonio artistico: 11 opere che hanno come filo conduttore i tramonti e i notturni. Ogni venerdì fino al 26 maggio, i visitatori (previa prenotazione al numero 3407546609) potranno visitarla, presso la sede della stessa Fondazione, in via Cassa di Risparmio 10, accompagnati dallo storico dell’arte Matteo Gardonio, già autore del catalogo generale delle opere della Collezione d’Arte della Fondazione Cr Trieste.
Fra le altre si può ammirare “La Pietà”, una tavola del 1440 di Giovanni Antonio Bellinzoni da Pesaro (protagonista del gusto tardo gotico nelle Marche) che è un autentico fiore all’occhiello della Collezione per quanto riguarda le opere antiche. In mostra anche un capolavoro del Segantini friulano, Giovanni Napoleone Pellis, con il suo vasto “Tramonto”, una tela manifesto, opera cardine della fine degli anni Venti, che raffigura con ogni probabilità l’abitato di Forni di Sotto. A Trieste, dove espose con regolarità, Pellis fu particolarmente apprezzato per il suo caratteristico divisionismo. E ancora “Notte e Luna” – tra le più suggestive opere di Nino Perizi – presentata alla Biennale di Venezia del 1952: un’opera dalle dimensioni ragguardevoli che lo apparenta a esperienze di memoria cubista.
C’è poi Edoardo Devetta con “Paesaggio al chiaro di luna”, esposto con ogni probabilità alla X Biennale d’Arte Triveneta del 1953. Ma ci sono anche artisti “extraterritoriali” quali il capodistriano Bartolomeo Gianelli, con “Tramonto nel bosco”, e Vittore Antonio Cargnel, con “Tramonto”: paesaggisti della scuola veneta tra Otto e Novecento. Singolare il nucleo dei dipinti in mostra di Pietro Lucano, figura notevole dell’arte triestina che, nonostante una vita lunghissima (1878-1972), ancora oggi attende una piena rivalutazione. Due le sue opere in mostra: “Plenilunio o Notturno a Oblisca” (in foto), l’attuale Belsko slovena, vicino a Postumia, e “Tramonto”, uno tra i dipinti più affascinanti dell’artista, dal gusto simbolista. E poi Umberto Veruda, con “I naufraghi”, che racconta un dramma. La tela, datata 1894, è presente nel 1895 all’Esposizione di Belle Arti a Roma.
Ultime, ma non meno importanti, sono due opere di Vito Timmel: “Ritratto di signora”, del 1932, dove il volto lunare di una donna emerge dallo sfondo di una Trieste intrisa di incubi notturni, lontana dalle vedute da cartolina che i colleghi di Timmel consegnavano al mercato e alle esposizioni in quegli stessi anni, e “Nubi sulla città”, opera recentemente acquistata dalla Fondazione Cr Trieste, a testimonianza di un mecenatismo che prosegue.