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Il Delta del Po secondo Donzelli

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo dedica la stagione espositiva di primavera di Palazzo Roverella (Rovigo) a Pietro Donzelli. E lo fa con una mostra aperta fino al 2 luglio, a cura di Roberta Valtorta, che presenta la vasta ricerca che l’artista svolse sul Delta del Po negli anni Cinquanta. «Il Polesine – afferma Antonio Finotti, presidente della Fondazione Cariparo – ha un dovere di riconoscenza nei confronti di Donzelli. Pur non essendo né rodigino né veneto, egli ha saputo come pochi altri entrare nell’anima della nostra gente e della nostra terra, restituendone una visione precisa, senza sconti, distaccata e profondamente partecipe ».

A Palazzo Roverella, la mostra riunisce più di 90 immagini di Donzelli, stampe vintage e moderne, molte delle quali finora inedite, materiali di documentazione originali, scritti dell’artista. Per Donzelli, milanese, il Po e il Polesine furono un amore a prima vista. Accadde durante il periodo militare, tra il 1943 e il 1945, quando vide per la prima volta i paesaggi del Delta. Dopo la guerra, l’artista tornò in più occasioni in quella che chiamava “la terra senz’ombra” e che resterà al centro della sua opera fotografica. Donzelli percorre instancabile i sentieri di campagna, sale sugli argini, costeggia i canali, cammina luogo le strade silenziose dei paesi, fotografa la gente e i paesaggi.

L’obiettivo della sua macchina fotografica si ferma su feste di paese, cinema all’aperto, venditrici ambulanti, artigiani all’opera; ambienti interni ed esterni dove le attività lavorative si alternano al mondo dei pescatori e degli specchi d’acqua riflessi. Uomini, donne, vecchi e bambini colti nelle espressioni più spontanee: “gente che da sempre vive tra terra e acqua”, costretta a misurarsi con la forza di una natura spesso ostile. Gente a cui egli restituisce un ritratto di grande dignità, una testimonianza sincera e commossa, priva di enfasi e di filtri ideologici. II catalogo della mostra (Silvana Editoriale) presenta 120 immagini e un’ampia antologia di scritti storici e critici sul territorio.

“Fondazioni” maggio-giugno 2017