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A Piacenza è l’anno del Guercino

Chiamato il 12 maggio del 1626 dal vescovo di Piacenza a continuare gli affreschi della cupola del Duomo rimasti interrotti per la morte del Morazzone, Giovanni Francesco Barbieri da Cento, detto il Guercino, per via di un suo occhio strabico, è il grande protagonista di uno straordinario progetto per la città emiliana che vede fortemente impegnata, insieme al Comune e alla locale Diocesi, la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Si tratta di un’importante mostra presso il Museo di Palazzo Farnese, dove sono esposte venti opere che illustrano il percorso artistico del grande pittore, unita all’opportunità per i visitatori di apprezzare in maniera particolarmente profonda e ampia i capolavori realizzati dal Guercino nella cupola del Duomo, da lui conclusi nel 1627.

Nel catino della cupola della cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina di Piacenza, diviso in otto comparti, il pittore del chiaroscuro e del colore aggiunse ai due del Morazzone altri sei Profeti, decorando le lunette sottostanti le vele con scene del Nuovo Testamento e, sotto queste, un fregio di putti. In occasione del 390° anniversario di questo suo lavoro i promotori del progetto hanno voluto favorire la massima fruibilità dell’opera e, dunque, la sua diffusa conoscenza. Il rinnovato percorso di visita in Duomo consente, infatti, al pubblico di inoltrarsi nei camminamenti in quota della cattedrale, con l’offerta di inediti punti di vista e, grazie al supporto dell’innovazione tecnologica, tanta bellezza è ben accessibile a tutti. Il viaggio di conoscenza e avvicinamento a questo grandioso ciclo di affreschi comincia dalla sagrestia superiore. Al visitatore, tramite una video istallazione, viene proposta un’esperienza immersiva in 3D nel racconto pittorico che, grazie alle più attuali tecnologie di comunicazione, associa immagini suggestive e rigore scientifico, in grado di far apprezzare al meglio il successivo contatto diretto con gli affreschi. Il videowall, composto da 12 schermi di grandi dimensioni posti in verticale, è una sorta di finestra sulla storia dell’affresco, ma anche un affaccio sul paesaggio piacentino, che scandisce, col passare delle stagioni, i tempi di lavorazione dell’opera.

I monitor, coordinati in rete attraverso speciali strumentazioni, riproducono e gestiscono immagini dell’affresco ad altissima risoluzione e perfetta fedeltà cromatica: scorrono a pieno schermo dettagli puntuali e raffinati, su cui si può arrivare a distinguere chiaramente le pennellate dell’artista, alle quali fa da sfondo sonoro la musica del contemporaneo Monteverdi. La mostra nella Cappella ducale di Palazzo Farnese, dal titolo “Guercino tra sacro e profano”, restituisce a sua volta la lunga parabola che ha portato l’artista emiliano (Cento, Fe, 1591 – Bologna, 1666) a essere uno dei pittori del Seicento italiano più amati a livello internazionale. La mostra rimarrà aperta fino al 4 giugno ed è curata da Daniele Benati e Antonella Gigli, insieme con un comitato scientifico composto da Antonio Paolucci, Fausto Gozzi e David Stone.


La pluralità delle iniziative, ha commentato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, «crea un’offerta che tiene conto delle sensibilità di pubblici diversi e dell’esigenza di approcciarsi ai contenuti culturali attraverso l’esperienza, con lo scopo della valorizzazione dei beni culturali. Una responsabilità e un’ambizione, quest’ultima, che si sposa con le politiche culturali che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sta portando avanti, affinché il Paese continui a essere attrattivo, sappia raccontarsi con linguaggi contemporanei e più immediati, ma sempre di alto rigore scientifico».

«Il Progetto Guercino – ha commentato Massimo Toscani, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano – mi rende orgoglioso e felice del lavoro svolto. Anzitutto per la valorizzazione di un tesoro – gli affreschi della cupola della cattedrale – che è anche la valorizzazione di una città intera: mi auguro che ciò rappresenti, anche nel medio e lungo periodo, un contributo importante affinché le tante bellezze di Piacenza possano essere svelate a un numero sempre maggiore di visitatori. In secondo luogo, non posso che dirmi soddisfatto della capacità di lavorare insieme che si è concretizzata in occasione di questi eventi: realtà pubbliche e private hanno saputo convogliare sforzi, competenze e impegno affinché il 2017 a Piacenza possa essere ricordato come l’anno del Guercino».


“Fondazioni” maggio-giugno 2017