Se ti impegni ce la fai. Se studi puoi costruirti la vita che desideri. Il tuo futuro è nelle tue mani. Fino a qualche decennio fa questi incitamenti ai giovani parevano trovare nell’esperienza della realtà una rispondenza senz’altro maggiore di quanto non avvenga oggi. Attualmente la distanza tra il sogno di un progetto e la concreta possibilità di realizzarlo sembra molto più breve per alcuni e molto più ampia per altri. E da parte di chi si muove dalle retroguardie il gap non è più colmabile con la motivazione, la buona volontà e l’impegno: fattori senz’altro necessari per raggiungere un buon risultato in qualsiasi campo, ma oggi non più sufficienti per chi parte da una condizione di svantaggio.
Il disallineamento di passo molte volte ha origine fin dalla prima infanzia e prosegue nel tempo. Carenze scolastiche, disagio famigliare, abusi, povertà morale, educativa e alimentare fanno da sfondo a storie che, pur non emblematiche di una condizione generale, lasciano tuttavia trasparire la fragilità di un contesto in cui, con progressiva frequenza, nel nostro Paese emergono fattori che rischiano di condizionare negativamente la crescita dei minori: persone in formazione, da proteggere dalle insidie e alle quali garantire pienezza di opportunità. Non è questa una sfida semplice, soprattutto in un frangente congiunturale in cui le difficoltà non mancano, e per affrontarla nella pluralità dei suoi aspetti, insieme allo Stato, ci deve essere l’intera comunità educante, fatta dalla famiglia, dalla scuola, dalle organizzazioni di terzo settore e religiose, dai media, e anche dalle Fondazioni di origine bancaria. Con erogazioni che superano i 150 milioni di euro all’anno (2.200 milioni di euro tra il 2002 e il 2015), esse molto si impegnano nel sostegno a iniziative utili a rimuovere quegli ostacoli di ordine culturale, economico e sociale che limitano il pieno sviluppo di bambini e ragazzi. Inoltre, dal 2016, in aggiunta alle numerose iniziative autonomamente finanziate, stanno realizzando, insieme al Governo e al Terzo settore, un grande progetto collettivo, articolato a livello nazionale e regionale, che trova il suo perno nel Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile. Le Fondazioni lo alimentano con un contributo di 120 milioni di euro all’anno, per tre anni, destinati a sostenere bandi per il finanziamento di iniziative a favore dell’infanzia svantaggiata, con l’intento di compensare situazioni di squilibrio e di disuguaglianza là dove la povertà educativa è frutto di povertà economica e, in un circolo vizioso, spesso la alimenta. «È un’iniziativa parziale per risolvere definitivamente il problema – afferma Giuseppe Guzzetti – ma senz’altro è la più vasta in questo senso mai progettata. Prevede un impegno diretto, circoscritto e puntuale delle nostre Fondazioni. Viene attuata in un’ottica di massima trasparenza e rendicontazione, oltre che di valutazione di impatto: una vera novità nel panorama nazionale».
In uno scenario in trasformazione in cui famiglia e scuola fanno fatica a svolgere appieno i compiti loro affidati, è l’intera comunità educante che deve svolgere con profonda consapevolezza un ruolo di accompagnamento dei giovani all’età adulta. Un ruolo dal quale essa non può prescindere, sia nel tempo extrascolastico, quando i minori possono, e dovrebbero, praticare uno sport, imparare una lingua, fare i compiti, giocare, parlare dei propri bisogni, problemi e aspettative, sia nel contesto strettamente scolastico, dove spesso mancano gli strumenti e i servizi adeguati per non lasciare indietro nessun bambino, malato, straniero o, comunque, svantaggiato; oppure semplicemente per dare a tutti il massimo possibile delle opportunità di formazione e di crescita. Di questo si parlerà mercoledì 21 giugno a Roma, in un incontro dal titolo “È una questione di educazione. Comunità e crescita delle nuove generazioni”, organizzato da Acri e Assifero, al quale, insieme ai presidenti delle due associazioni, rispettivamente Giuseppe Guzzetti e Felice Scalvini, parteciperanno: Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, che terrà una relazione introduttiva; Tommaso Nannicini, presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile; Marco Rossi Doria, insegnante, già sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Massimo Ammaniti, professore ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo all’Università La Sapienza di Roma; Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai; Barbara Riccardi, insegnante finalista al Global Teacher Prize 2016; Costanza Strumenti vicepresidente del Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana; Don Fabrizio Valletti, direttore del Centro Hurtado. L’obiettivo è focalizzare l’attenzione sull’importanza che una molteplicità di soggetti, insieme alla scuola e alla famiglia, ha nel contribuire alla formazione e alla crescita dei minori. L’incontro fornirà spunti di riflessione anche per le iniziative che si terranno sui territori domenica 1° ottobre 2017, in occasione della quinta edizione della “Giornata Europea delle Fondazioni”, la cui istituzione è stata proposta da Dafne (Donors and Foundations Networks in Europe), l’organizzazione che riunisce le associazioni di fondazioni del continente, di cui Acri e Assifero fanno parte.