Fare sinergia tra il mondo accademico e quello delle imprese, inserendo ricercatori nelle aziende del territorio per favorire lo sviluppo di attività ad alto impatto innovativo è lo scopo del progetto triennale Faber, ideato e promosso da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, in collaborazione con Confindustria Firenze e Fondazione per la Ricerca & l’Innovazione, partecipata dell’Università degli Studi di Firenze e della Città Metropolitana. I settori coinvolti sono quelli a vocazione territoriale quali la moda, l’agroalimentare, la meccanica, l’industria turistica. Tramite bando verranno selezionati progetti presentati dalle aziende, per la cui realizzazione saranno coinvolti ricercatori individuati grazie alla partnership con la Fondazione per la Ricerca & l’Innovazione, che permetterà di effettuare il matching universitàimprese e valutare la reale coerenza tra gli obiettivi dell’azienda e la formazione del ricercatore, verificando così la possibilità di dare avvio a un percorso di R&S nella piccola e media impresa realmente efficace. Ente Cassa e Confindustria Firenze mettono a disposizione dell’iniziativa, per il primo anno, 170mila euro, che serviranno a coprire le spese dell’arruolamento dei ricercatori all’interno delle imprese, con un contratto di un anno rinnovabile per altri due.
La Fondazione per la Ricerca & l’Innovazione procederà al controllo e al monitoraggio della permanenza dei ricercatori all’interno dell’impresa e gestirà la parte amministrativa del progetto, con la supervisione del comitato tecnico/scientifico composto da rappresentanti di tutti i soggetti promotori dell’iniziativa. Svolgerà inoltre il ruolo di tutor nei confronti del ricercatore per l’intera durata del percorso e sarà responsabile del legame che questi manterrà con l’ateneo e con il Cnr. L’iscrizione al bando (www.progettofaber.it) è aperta fino al 4 novembre prossimo. Già da febbraio 2017 i ricercatori selezionati, che saranno in numero di sei, potranno cominciare il loro percorso in azienda. Il progetto è nato dalla constatazione che, negli ultimi cinque anni, l’Italia presenta tassi di crescita superiori alla media europea di alcuni indicatori legati alle risorse umane dedicate alla ricerca, ma rimangono bassi il numero di brevetti e quello dei ricercatori che operano all’interno delle imprese. Mentre, infatti, da un lato è in aumento il numero di dottori e di studenti di dottorato extraeuropei, cresce il numero degli addetti alla ricerca e innovazione sul totale della forza lavoro, le pubblicazioni scientifiche italiane rientrano nel ristretto gruppo (10%) degli studi più citati al mondo, dall’altro, pur in ripresa, nel corso del 2015 le richieste di brevetti da parte delle imprese italiane sono state solo 3.979 (5° posto nella Ue) contro le 24.820 della Germania (1° posto nella Ue).
Per questo il bando è finalizzato a inserire ricercatori nelle imprese per sviluppare nuovi prodotti, nuove funzioni d’uso per i prodotti già esistenti, soluzioni innovative che garantiscano la crescita della realtà aziendale.