Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, nel suo intervento alla 92ª Giornata Mondiale del Risparmio è stato netto: “Il 2017 vedrà un numero ridottissimo di gruppi bancari e banche indipendenti in Italia, a seguito delle riforme nazionali ma ostacolate dalla Vigilanza unica, che spesso chiede capitali supplementari per le nuove aggregazioni, sfavorite anche dall’anacronistica sopravvivenza nostrana dell’Iva infragruppo: auspichiamo che essa sia presto superata”. Per Patuelli “occorre rimuovere il continuo terremoto internazionale di requisiti patrimoniali delle banche” perché l’incertezza del diritto ostacola i piani di sviluppo e l’operatività. “Quello che serve – ha affermato – è un salto di qualità della strategia europea. Le istituzioni europee deludono e non danno segni di progettualità per una nuova Costituzione per l’Europa e per le tematiche bancarie, che rappresentano, con l’immigrazione, il principale banco di prova per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’Ue… Le banche – ha sottolineato – sono state indebolite, con tante differenze, dalla crisi in tutta Europa, mentre la sperimentazione biennale della Vigilanza unica non sta rappresentando una svolta per la ripresa, bensì appesantisce misure che da prudenziali si trasformano paradossalmente in ulteriore fonte di incertezza”. Senza un’evoluzione dell’integrazione europea, sostiene, la sola Vigilanza unica rischia di essere una fuga in avanti. “L’Unione bancaria, senza norme identiche, rischia di accentuare i divari fra Nord e Sud, senza stimoli di ripresa verso i mezzogiorni d’Europa e con rischi di meridionalizzare anche le regioni più produttive del Nord e Centro Italia”. Per Patuelli, insomma, l’Unione bancaria deve essere completata, altrimenti, “se resta com’è oggi, va indietro”. La prevenzione delle crisi bancarie – ha ricordato – deve essere sviluppata non solo dalla Vigilanza unica, ma anche con intensa educazione finanziaria e al risparmio e con inequivoca chiarezza nella vendita di ogni prodotto finanziario. “Le banche in Italia – ha detto – sono in prima fila per la legalità, innanzitutto nella lotta al riciclaggio. Occorre che tutti rivalutino le funzioni economiche e sociali del risparmio connesso agli investimenti: le ‘politiche dei fattori’ debbono attirare gli investimenti nazionali e internazionali verso impieghi produttivi come quelli del risparmio canalizzato nelle banche. Debbono essere favoriti gli stabili investimenti azionari che rifuggono dalla speculazione, con la quale non cresce un solido capitalismo produttivo”. Patuelli ha poi chiesto che, riguardo agli esuberi di personale delle banche, “i fondi esclusivamente bancari, finora altrimenti utilizzati, siano indirizzati al sostegno delle uscite volontarie. In tal senso – ha detto – apprezziamo le assicurazioni del Governo”. Nel nostro Paese le filiali bancarie sono in minor numero che in Germania, Francia e Spagna, mentre sono più numerose che in Gran Bretagna, dove, però, il totale dei bancari è più che doppio di quello italiano, con popolazioni equivalenti.