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Contro la povertà educativa nasce il fondo

In Italia quasi un milione di minori vive in condizioni di povertà assoluta. La povertà economica è spesso causata dalla povertà educativa: le due si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione. Nel nostro Paese quasi la metà dei minori in età scolare non ha mai letto un libro, se non quelli di studio, il 70% non ha mai visitato un sito archeologico, il 55% un museo, il 45% non ha svolto alcuna attività sportiva. Un’alleanza per contrastare questo preoccupante fenomeno l’hanno messa in campo le Fondazioni di origine bancaria e il Governo che, con apposite agevolazioni fiscali previste nella Legge di stabilità per il 2016, ha voluto incentivare l’ulteriore impegno delle Fondazioni su questo fronte. A fine aprile i due partner hanno firmato un Protocollo d’intesa per la gestione di un Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile, che è destinato “al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”. Le Fondazioni lo alimenteranno con circa 120 milioni di euro all’anno per tre anni e i versamenti saranno effettuati annualmente su un apposito conto corrente postale. Alle Fondazioni è contestualmente riconosciuto un credito d’imposta pari al 75% dei loro versamenti, fino a un massimo di 100 milioni di euro per ciascun anno. L’operatività per l’assegnazione delle risorse, tramite bandi, è stata assegnata alla Fondazione con il Sud, mentre le scelte di indirizzo strategico sono definite da un apposito Comitato di indirizzo nel quale sono pariteticamente rappresentate le Fondazioni di origine bancaria, il Governo e le organizzazioni del Terzo Settore. Il 17 maggio l’iniziativa è stata presentata a Roma, in Borgata Finocchio, alla Biblioteca Collina della Pace: un luogo simbolico in quanto centro di incontro, inclusione e partecipazione, costruito sui detriti di un edificio sottratto alla Banda della Magliana. Sono intervenuti il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Tommaso Nannicini, il Presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore Pietro Barbieri.

 

Un progetto win win
di Giuseppe Guzzetti

La cronaca di questi giorni continua a raccontarci di drammatici sbarchi di migranti sulle nostre coste e molti sono i bambini. Tanti, purtroppo, perdono la vita tra le onde e troppi non si trovano una volta a terra. Le Fondazioni hanno di recente varato l’iniziativa “Never Alone” dedicata ad accogliere, salvaguardare e integrare i minori stranieri non accompagnati; ma certo non dimentichiamo i bambini italiani. Anche per molti di loro la situazione non è rosea. Il perdurare della crisi economica ha prodotto effetti dirompenti sulla qualità della vita delle fasce più deboli della nostra società e, in particolare, proprio dei minori.

Le Fondazioni di origine bancaria associate ad Acri dedicano molte iniziative a favore dei bambini in situazioni di vulnerabilità e, in generale, alla loro formazione: iniziative già in corso a livello dei singoli territori, o su panorami più ampi, e iniziative programmate per l’immediato futuro. Ma il Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile è un’iniziativa a favore dell’infanzia in difficoltà nel nostro Paese davvero eccezionale, non solo in termini di dimensioni per quello che sarà l’impegno delle nostre Fondazioni, ma anche per l’originalità della formula, che rappresenta un unicum nel quadro delle partnership pubblico/privato.

Stiamo sviluppando una forma autenticamente innovativa di intervento, che fa perno sul coinvolgimento di una pluralità di soggetti, i quali in maniera efficace, perché sinergica, lavoreranno al raggiungimento di un comune obiettivo, quello di offrire ai giovani pari opportunità di crescita. Un’indagine condotta dalla Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza nel 2014 evidenzia, infatti, che la povertà materiale è spesso causa di povertà educativa e che quest’ultima, a sua volta, può originare nuova povertà materiale, in un circolo vizioso che è necessario interrompere. Ed è necessario farlo non solo perché ogni vita è preziosa, ma anche perché ognuno di noi deve poter essere una risorsa per la collettività. Senz’altro, come recita la Costituzione, la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ma certo la società civile – e in particolare i suoi corpi intermedi, quali sono le Fondazioni di origine bancaria e le altre organizzazioni del privato sociale – non può essere estranea a questo processo, lavorando insieme soprattutto là dove è necessario compensare situazioni di squilibrio e di disuguaglianza con un impegno diretto, circoscritto e puntuale.

Insieme al mondo del volontariato, del terzo settore e alla Fondazione con il Sud, le Fondazioni di origine bancaria partecipano con risorse, competenze ed esperienza al grande piano di contrasto della povertà nel nostro Paese messo a punto dal Governo con la Legge di stabilità per il 2016, contribuendo a dare, così, sempre più sostanza all’articolo 3 della nostra Costituzione, in base al quale “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Due anni fa la Legge di stabilità per il 2015 introduceva un ulteriore appesantimento della pressione fiscale sulle Fondazioni, passando dai 100 milioni di euro di carico fiscale complessivo nel 2011 ai 170 del 2012 e del 2013 per arrivare ai 424 milioni di euro pagati dalle Fondazioni nel 2014. Un inasprimento incomprensibile e inaccettabile – ci lamentammo – perché ogni euro dato al fisco è un euro sottratto alla nostra attività per il sociale. Per quest’anno e i prossimi due, invece, un dialogo positivo con il Governo – con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan – ha portato a definire un piano di detrazioni fiscali, che si concretizzeranno in crediti di imposta, per le erogazioni che nel 2016, 2017 e 2018 le Fondazioni faranno per alimentare questo Fondo finalizzato a contrastare la povertà minorile, in particolare per rimuovere quegli ostacoli che frenano o impediscono la loro crescita educativa.

Quest’iniziativa, sancita in una legge dello Stato, è un fatto di grande civiltà per il nostro Paese. Ad essa ci siamo dichiarati subito pronti e orgogliosi di aderire, impegnandoci a finanziarla con circa 120 milioni di euro all’anno, secondo un protocollo definito e concordato con il Governo.

Dar seguito a una grande iniziativa di sistema a favore dell’infanzia svantaggiata era da tempo nei nostri intenti, che abbiamo illustrato a Papa Francesco il 20 giugno dello scorso anno, quando come Associazione fummo ricevuti dal Santo Padre, e come previsto in uno specifico punto programmatico nella mozione finale del XXIII Congresso Acri svoltosi a Lucca il 18 e 19 giugno 2015, che tra l’altro impegna l’Associazione e le Fondazioni che ad essa aderiscono a “realizzare una significativa iniziativa nazionale, in collaborazione con le rappresentanze del volontariato e del terzo settore, di contrasto alle nuove povertà e a sostegno dell’infanzia svantaggiata …”.

Questa scelta fiscale del Governo ci aiuta in tal senso e rappresenta un importante riconoscimento del ruolo delle Fondazioni, che per la prima volta, a livello nazionale, vengono considerate non per il loro ruolo di investitori, bensì per la loro attività filantropica di carattere sociale, con particolare attenzione alla povertà minorile, anche formativa ed educativa, che molto spesso, specie nelle periferie urbane, si configura come abbandono scolastico o discriminazione nell’accesso al sistema educativo. La definizione delle modalità operative del Fondo è stata concordata tra le Fondazioni, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sono state individuate le caratteristiche dei progetti da finanziare, le modalità di valutazione e selezione, anche con il ricorso a valutatori indipendenti, e di monitoraggio, al fine di assicurare la trasparenza nonché il migliore utilizzo delle risorse e l’efficacia degli interventi.

Valutiamo come un ulteriore riconoscimento al ruolo sociale che le Fondazioni svolgono nel Paese, e alla qualità e trasparenza con cui lo esercitano, l’aver voluto assegnare ad Acri, la loro Associazione di rappresentanza collettiva, la responsabilità della scelta del soggetto attuatore dell’iniziativa, che è stato individuato nella Fondazione con il Sud, nata nel 2006, come molti sanno, dall’impegno congiunto di Acri e del Forum del Terzo Settore. Inoltre il Fondo è intestato ad Acri, a cui ne è affidata la gestione amministrativa. La governance del Fondo, invece, è affidata a un Comitato di indirizzo strategico composto pariteticamente da rappresentanti di espressione governativa, rappresentanti delle Fondazioni e rappresentanti del terzo settore, che hanno il compito e la responsabilità di dettare i principi e i criteri direttivi in tema di ambiti di intervento, strumenti operativi, processo di valutazione/ selezione/monitoraggio dei progetti finanziati: progetti che saranno scelti mediante bandi nazionali, peraltro con quote minime a livello regionale. Destinatari dei bandi sono le organizzazioni del terzo settore, cui si aggiungono gli istituti scolastici, che potranno presentare progetti in partnership con altre organizzazioni, con una conseguente opportunità di arricchimento e ampliamento delle sperimentazioni.

Se è vero che i casi di situazioni cosiddette “win win” sono rari, è altrettanto vero che la realizzazione, e poi l’utilizzo, di questo Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile è proprio uno di questi.

Tommaso Nannicini
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
«Si tratta di un fondo delle buone pratiche che deve sostenere la riforma del welfare attivo; non sarà un bandificio. Ci saranno progetti contro il contrasto alla povertà e a sostegno dell’educazione, pochi ma buoni; e dopo l’estate cominceremo a vedere le linee di indirizzo dei bandi». Così il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, alla presentazione del Fondo. «Valutiamo come un ulteriore riconoscimento al ruolo sociale che le Fondazioni svolgono nel Paese, e alla qualità e trasparenza con cui lo esercitano, l’aver voluto assegnare ad Acri la responsabilità della scelta del soggetto attuatore dell’iniziativa».

Pietro Barbieri
Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore
Il ruolo delle organizzazioni del privato sociale sarà centrale per realizzare gli obiettivi del Fondo. «Finalmente si interviene e si ragiona con senso compiuto» ha dichiarato il portavoce del Forum del Terzo Settore, Pietro Barbieri. «Per noi la grande sfida è affrontare ciò che non è stato fatto per decenni. E che ora con la crisi si è aggravato. L’Italia, almeno sino all’ultima Legge di stabilità, infatti, paga il fatto di non avere misure di contrasto della povertà e c’è un divario molto importante da colmare. Però, ci sono adesso tutte le condizioni per dare nuova luce a chi non ne ha mai avuta» ha concluso.