Il Polo del ‘900 è il nuovo centro culturale di Torino, aperto a tutti e rivolto in particolar modo ai giovani. Sorge all’interno di due palazzi storici del capoluogo piemontese, San Celso e San Daniele. Nasce per volontà di Città di Torino, Regione Piemonte e Compagnia di San Paolo per promuovere la crescita civica e formativa di tutta la comunità, in relazione ai temi più attuali e a quelli più significativi per il futuro della società, a partire dalla riflessione sulla storia del Novecento. Grazie alla ricchezza di fonti documentarie e alla pluralità delle esperienze e delle competenze dei diversi enti culturali coinvolti nel progetto, il Polo diventerà il luogo e l’attore di attività e di iniziative culturali capaci di far dialogare memoria e attualità. È oggi la casa di 19 enti culturali torinesi che studiano la storia del secolo scorso. Tra questi: il Centro internazionale di studi Primo Levi, il Centro studi Piero Gobetti, la Fondazione Carlo Donat-Cattin, la Fondazione istituto piemontese Antonio Gramsci, l’Istituto per la memoria e la cultura del Lavoro, l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, l’Istituto piemontese per la storia della resistenza e della società contemporanea, il Museo diffuso della resistenza, della guerra, della deportazione, dei diritti e della libertà, la Rete italiana di cultura popolare e sei associazioni partigiane.
«La sfida – sostiene il neo presidente della Fondazione Polo del ‘900 Sergio Soave – è la creazione di un luogo che, grazie al lavoro condiviso degli enti culturali che vi hanno trovato casa, permetta a tutti i cittadini di essere attori più responsabili e protagonisti contemporanei dei profondi cambiamenti che il nostro tempo sta conoscendo, attraverso l’approfondimento delle trasformazioni politiche, culturali, sociali, tecnologiche, di costume nel secolo scorso di cui rappresentano, di fatto, una continuazione o una conseguenza. Guardare al futuro, avendo però cura di salvaguardare la memoria, penso che sia una delle belle e significative intuizioni di cultura diffusa che si possono immaginare».
Il Polo del ‘900 è pensato con un modello culturale e gestionale assolutamente innovativo. Culturale, perché è stato creato per dare nuova vita agli enti, che manterranno la piena autonomia e identità ma, nello stesso tempo, saranno integrati in un unico centro. Gestionale, perché è pensato per essere sostenibile (per circa il 30% del budget) attraverso la membership, l’affitto degli spazi per eventi e coworking, la sponsorizzazione di imprese culturali e la partecipazione a bandi europei.
In totale, a disposizione del pubblico, degli studenti e degli studiosi, ci sono oltre 3mila metri quadrati di spazi, 540 metri quadrati di cortile utilizzabili per eventi, una biblioteca con 2 sale di lettura e oltre 100 postazioni, una sala conferenze, uno spazio polivalente per mostre ed eventi, 3 aree didattiche, 50 metri quadrati destinati all’area bambini, una mostra permanente (Torino 1938-1948) e un rifugio antiaereo, risalente alla seconda guerra mondiale, visitabile. Il lavoro dei bibliotecari e degli archivisti ha portato all’integrazione dei patrimoni dei singoli enti in un’unica collezione, che vanta più di 300mila monografie e fondi archivistici, 28mila audiovisivi, 127.600 fotografie. Si tratta di libri, riviste, video e fotografie, che gli enti culturali partner hanno messo in comune e catalogato con una nuova classificazione funzionale alla consultazione online e su cui, inoltre, gli archivisti e i bibliotecari degli Istituti, a turno, forniscono consulenza in loco per ricerche e analisi documentarie. Nei prossimi mesi, infine, è prevista l’apertura di un bar e del bookshop. Palazzo San Celso in particolare ospita il Museo della Resistenza, l’archivio audio-video e una sala lettura della biblioteca (qui si trovano i volumi sui temi della Resistenza e della Deportazione), mentre Palazzo San Daniele è più flessibile. Al suo ingresso si è accolti nel Salotto del ‘900, uno spazio pubblico nel quale si possono comodamente consultare le pubblicazioni sulla storia del Novecento, ma anche sedersi a leggere un buon libro o fare conversazione con altri avventori; uno spazio nel quale gli arredi sono stati disegnati su misura, con costanti rimandi formali al secolo scorso, interpretati in chiave contemporanea. Il resto del piano terra si adatta ai diversi usi previsti, come reading, conferenze, spettacoli teatrali, meeting e mostre temporanee, grazie a un sistema di pareti scorrevoli e di allestimenti su misura mobili, su ruote, e completamente smontabili. Al primo piano trovano posto la biblioteca e la sale di lettura con sessanta postazioni. L’interrato, Sala Voltoni, è immaginato per piccoli eventi. In tutti gli spazi pubblici c’è la connessione wi-fi.
“Fondazioni” maggio-giugno 2016