Skip to main content

Una foto al volontariato

Dove sono, cosa sono e cosa fanno le Organizzazioni di Volontariato? A queste domande cerca di dare una risposta il primo “Report Nazionale sulle Organizzazioni di Volontariato censite dal sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato”, finanziato nell’ambito dell’accordo Acri – Volontariato. È stato realizzato analizzando 44.182 Odv grazie alla partnership fra CSVnet e Fondazione Ibm Italia, che per questa ricognizione ha messo a disposizione software e servizi.

L’analisi testuale delle denominazioni delle Odv fa emergere che il soggetto sociale maggiormente citato nelle denominazioni è la “famiglia”. Seguono gli “anziani”, i “genitori”, le “donne”, i “giovani” e i “bambini”, i “disabili”. Fra le parole più frequenti nei nomi ne spiccano tre: “amici”, “insieme”, “sorriso”. L’analisi delle finalità delle Odv evidenzia, in ordine, quelle di “promozione”, “assistenza”, “donazione”, “sensibilizzazione”, “tutela”, “educazione”.

La maggior parte delle Odv opera nel campo dell’assistenza sociale e della sanità; da sole queste due classi racchiudono il 55% del totale. Seguono le organizzazioni che si occupano di cultura, sport e ricreazione. Infine, il quadro dei valori quantitativi: ci dice che in sole 5 regioni (Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna) si concentra oltre la metà (55%) delle Odv registrate dai Csv. Nella sola Lombardia ha sede legale il 18%. Rapportando il numero delle Odv al numero di abitanti sono 7 le regioni che ne hanno più di una ogni mille abitanti; il rapporto più elevato si registra in Friuli Venezia Giulia e in Valle d’Aosta. Dal Rapporto emerge anche che il 67% delle Odv è un’associazione non riconosciuta e che il Lazio ha la più alta percentuale di associazioni riconosciute. In Trentino, invece, la totalità delle associazioni non è riconosciuta. L’83% delle Odv ha la qualifica fiscale di Onlus.

Il Rapporto rileva, inoltre, una caratterizzazione prettamente locale delle Odv: il 50% ha come massimo ambito territoriale di riferimento il comune; solo 5 Odv su 100 hanno un riferimento territoriale nazionale o internazionale. La metà opera con meno di 16 volontari, solo il 15% ne ha più di 50. Ancora, il 50% delle Odv ha meno di 60 soci; poco più del 10% ha una base associativa molto estesa (oltre 500 soci).

Il dato sull’anno di costituzione è registrato solo per il 20% dei casi e le quattro Odv di più antica costituzione registrate negli archivi dei Csv hanno sede legale nella provincia di Genova: il primato va alla Veneranda Compagnia di Misericordia, nata nel 1464. Dal 1980 al 2007 il numero di nuove Odv costituite è cresciuto costantemente, con picchi nel 1991 (in coincidenza con l’emanazione delle Legge quadro sul volontariato n. 266/91), nel 1994 e nel 2007. Negli ultimi sette anni, invece, c’è stata una costante diminuzione del numero di nuove Odv.

La rappresentanza legale delle Odv è composta per i due terzi da uomini. Le donne sono il 33% del totale in tutte le ripartizioni geografiche; sono maggiormente presenti nei settori dell’educazione, dell’istruzione e della ricerca (dove raggiungono il 50%), della tutela dei diritti e dell’assistenza sociale. Una Odv su 4 non ha indicato una categoria specifica di riferimento per la propria attività; un ulteriore 30% ha definito gli utenti in base a caratteristiche di genere (donne) o anagrafiche (anziani, minori, giovani). Fra questi, anziani e minori sono le categorie primarie di utenti. La classe di utenza della malattia e della disabilità coinvolge il 18% delle Odv. Si occupano di nomadi, immigrati o profughi il 5,7%.

 

Il report integrale è scaricabile a questo link: 
http://www.csvnet.it/eventi/in-primo-piano/gli-eventi-di-csvnet-ad-expo-milano-2015/odvreport?id=1748