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Omaggio a Giovanni Spadolini

A novant’anni dalla nascita, Firenze rende omaggio a Giovanni Spadolini (1925-1994). La figura di questa grande personalità della storia politica e culturale del nostro Paese è raccontata, per la prima volta dalla sua scomparsa, in due esposizioni, aperte fino al 29 febbraio presso lo Spazio Mostre dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. L’iniziativa nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e ha il patrocinio del Senato della Repubblica, del Comune di Firenze e della Città metropolitana nell’ambito delle iniziative per i 150 anni di Firenze capitale. È promossa dall’Ente Cr Firenze e dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia. Le due esposizioni ricordano la figura di un uomo che ha saputo coniugare l’impegno politico con una straordinaria passione culturale. Attraverso documenti, libri, fotografie, oggetti e filmati è stato ricostruito il percorso compiuto dallo statista, che ha tentato di rispondere nel modo più elevato alle sue sentite vocazioni, “le tre anime” come era solito definirle: lo storico, il giornalista, il politico. «Tre anime – ha osservato il curatore Cosimo Ceccuti – non separabili l’una dall’altra: la cultura come patrimonio indispensabile per affrontare le sfide della politica, mai concepita come esercizio del potere ma come attività di governo, come quotidiano impegno per la soluzione dei problemi nazionali, nell’interesse generale della comunità».

La mostra nella sede dell’Ente Cassa è suddivisa in quattro sezioni che corrispondono alle svolte fondamentali della vita di Giovanni Spadolini: “Gli anni della formazione. L’età favolosa 1925-1947”, “Storico e giornalista 1948-1972”, “Il politico e l’uomo delle istituzioni 1972-1994”, “La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, la sua eredità culturale e spirituale”. Quest’ultima sezione è suddivisa in due parti: dal 1980 al 1994, quando c’era ancora il suo fondatore, e dall’agosto 1994 a oggi, ovvero la continuità del suo patrimonio “al servizio delle nuove generazioni di studiosi”, così come da lui voluto e indicato.