È un “monumento cartaceo” allo splendore artistico e religioso della Firenze del primo Quattrocento, ma anche uno dei manoscritti più preziosi al mondo. È il Codice Rustici, così chiamato dal nome del suo principale curatore, l’orafo fiorentino Marco di Bartolomeo Rustici, che, in quella stagione assai feconda che segnò l’aprirsi dell’umanesimo, tra il 1448 e il 1453 ha voluto raccontare il suo viaggio, reale e simbolico al tempo stesso, da Firenze alla Terrasanta e ritorno, aggiungendo numerosi acquerelli sui principali monumenti e chiese cittadine. L’opera, conservata dal 1812 nella Biblioteca del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze, grazie al determinante contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze è ora disponibile, dopo un apposito restauro, in un’elegante edizione in facsimile realizzata da Leo S. Olschki Editore in 800 esemplari, di cui 300 destinati alla commercializzazione. Al facsimile è aggiunto un secondo tomo con un ricco apparato critico, a cura di Kathleen Olive e Nerida Newbigin, italianiste dell’Università di Sydney, e coordinato da Elena Gurrieri, responsabile della Biblioteca, con testi di Cristina Acidini, Francesco Gurrieri, Franco Cardini, Timothy Verdon, Francesco Salvestrini. Esso si avvale di un apparato ricchissimo di notizie esplicative sia dal punto di vista linguistico, sia letterario e delle fonti storiche nelle discipline di riferimento del Codice, che sono: la Storia Medievale, la Storia dell’Arte, la Storia dell’Architettura e la Storia della Cultura e della Letteratura Italiana, in particolare fiorentina. L’esemplare “princeps” del Codice, rilegato in pelle bianca con gli stemmi papali sui piatti dei due volumi, prodotti in formato atlantico (47 cm. di altezza e 32 di larghezza, per un peso complessivo, compreso il cofanetto contenitore, di 14 kg), è stato donato a Papa Francesco, nella sua recente visita a Firenze per il Convegno ecclesiale sul tema “In Gesù Cristo un nuovo umanesimo”.