Palazzo Roverella è uno spazio espositivo di proprietà del Comune di Rovigo affidato in gestione alla Fondazione Cariparo, che ne programma e organizza le esposizioni temporanee. Peraltro esso accoglie in maniera permanente la Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile, ricca di una cinquantina di capolavori, dal Gotico al Settecento: opere che potranno essere ammirate gratuitamente fino al 7 febbraio 2016 tutti i venerdì, i sabati e le domeniche su iniziativa della Fondazione. Essa intende così valorizzare ulteriormente un nucleo di opere che cominciano a essere conosciute e apprezzate anche fuori dal territorio provinciale. Non a caso alcune di esse sono state chieste in prestito da importanti musei, ultimo quello di Forte di Bard (Ao), dove l’esposizione ha attirato oltre 26mila visitatori. Dopo la trasferta in terra valdostana, le opere sono ora riaccolte a Rovigo in un nuovo allestimento, voluto e sostenuto dalla Cariparo, che è articolato in nove sezioni. La prima è dedicata al Gotico, con opere come “L’incoronazione della Vergine” di Nicolò di Pietro o la preziosa tavoletta raffigurante “Santa Lucia e sei storie della sua vita” del pittore veneziano Quirizio da Murano. C’è poi la sala che accoglie dipinti di Giovanni Bellini e di Belliniani e quella riservata ai Fiamminghi, che tra gli altri capolavori mostra la splendida “Vanitas” di Jan Gossaert, detto Mabuse. Segue la sezione dedicata al Cinquecento Veneto, che mostra due opere del bergamasco Jacopo Negretti, noto come Palma il Vecchio, e di Andrea Previtali, anch’egli bergamasco. Il bresciano Pietro Bellotti è, invece, posto nella sezione dedicata ai Pittori della Realtà, per la sua ritrattistica caratterizzata da un vivido naturalismo improntato proprio alla “corrente realista” che si sviluppò tra Seicento e inizio Settecento in Veneto, Friuli e Lombardia, in aperto contrasto con la pittura ufficiale e accademica del tempo.
C’è poi la sezione dedicata alla Pittura del Paesaggio, che annovera opere di artisti del Settecento, in prevalenza residenti a Venezia, che godettero di prestigio e notorietà internazionali, e quella dedicata ai Pitocchi, ovvero artisti come Matteo Ghidoni che seppero coniugare sapientemente il crudo realismo di scene brulicanti di mendicanti, popolani e ubriaconi con un naturalismo vivace. Segue la sala dei Ritratti, con opere di Giambattista Tiepolo, Giambattista Piazzetta, Alessandro Longhi, che trova le sue radici nella scelta dei membri dell’Accademia dei Concordi, dopo l’approvazione dei loro statuti conseguente alla protezione della Serenissima nel 1739, di onorare, con ritratti da esporre nella sala delle riunioni, gli insigni rodigini che avevano contribuito a dare lustro alla città. Ultima sezione è quella riservata ai Pittori “foresti”: il genovese Bernardo Strozzi, presente in laguna tra il 1630 e il 1633, e il napoletano Luca Giordano. I costi del riallestimento sono stati interamente sostenuti dalla Fon – dazione, nella consapevolezza dell’importanza dell’iniziativa in termini sia di arricchimento culturale per le persone sia di indotto per l’economia e il turismo. La mostra punta a coinvolgere un pubblico ampio ed eterogeneo, con particolare attenzione al mondo delle scuole.