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Disoccupati: riqualificazione e reinserimento

Oltre 2 milioni di euro destinati a 219 borse lavoro, 363 voucher, 5 corsi di formazione, 30 doti lavoro, 125 altri progetti di inserimento lavorativo per un totale di 742 progetti di lavoro avviati nella provincia di Padova con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della disoccupazione, offrendo percorsi di riqualificazione e reinserimento lavorativo.

Sono questi, in sintesi, i principali risultati, relativi al secondo semestre del 2015, della quarta edizione del “Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro” promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in stretta collaborazione con la Diocesi, la Provincia, il Comune e la Camera di Commercio padovane.

La Fondazione ha deciso di rifinanziarlo con un ulteriore milione di euro, portando così il proprio impegno complessivo, tra Padova e Rovigo, a 3 milioni di euro. Queste risorse vanno ad aggiungersi a quelle stanziate dagli altri partner dell’iniziativa. Quale sia stato l’impatto di questo intervento sul territorio ce lo dice uno studio realizzato in merito dalla Fondazione Zancan, che ne ha esaminato gli effetti per i beneficiari. Analizzando l’edizione 2013-2014, emerge che quasi un terzo dei partecipanti ha proseguito il rapporto di lavoro una volta conclusa l’esperienza resa possibile dal Fondo.

La maggior efficacia viene associata alle borse lavoro, seguite dai lavori di pubblica utilità e infine dai voucher. Al di là dello strumento utilizzato, quasi il 75% degli intervistati sostiene di aver acquisito nuove abilità, mentre il restante 25% afferma di aver potenziato quelle esistenti.

Ma qual è il profilo dei beneficiari? In questo caso l’indagine su tutti i 6mila beneficiari ha messo in evidenza come gli italiani rappresentino la maggioranza (82% rispetto al 18% di stranieri), mentre, per quanto concerne l’età, oltre la metà delle persone (54%) si colloca tra i 36 e i 55 anni. Il 52% ha un titolo che non va oltre la licenza media; il 29% vive con i genitori, il 25% con il coniuge e i figli, il 10% da solo con i figli.

Lo studio ha visto anche una serie di interviste a diversi soggetti del mondo degli enti locali, delle imprese e del terzo settore. Sono stati infine realizzati focus group con gli operatori degli sportelli e dei centri per l’impiego.