Skip to main content

Nella Valle Incantata i luoghi ritrovati dei Plenaristi

La si può apprezzare in un documentario di Franco Passalacqua dal titolo “La valle incantata” e sul sito www.plenaristi.it, fruibile da qualsiasi device, la mappa dei principali punti di avvistamento scelti dai Plenaristi all’inizio del diciannovesimo secolo in Umbria, presso la Valle del Nera. Ma presto quei luoghi diventeranno un vero e proprio Museo Diffuso, articolato in un percorso di circa 20 km, dotato di spazi dove esporre copie delle opere che si ispirano al territorio, come “La Cascata delle Marmore” ritratta da Jean Baptiste Camille Corot e da Achille Etna Michallon o “Il Ponte di Narni” sempre di Corot.

È questo, infatti, il cuore del progetto “I Luoghi Ritrovati di una Valle Incantata”: un Museo Diffuso che consente di scoprire le bellezze del territorio attraverso l’arte e l’esperienza emozionale degli artisti che amavano dipingere “en plein air”.

Promosso dal Comune di Terni con il Comune di Narni e il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, la collaborazione del Garden Club di Terni e l’apporto di studiosi quali Anna Ottani Cavina e dello stesso Passalacqua, che ne è l’ideatore, il progetto porta all’attenzione l’esperienza di quella grande schiera di pittori chiamati Plenaristi che, provenienti da molti paesi europei, tra il Settecento e l’Ottocento arrivarono in Italia attratti dal paesaggio, dalla natura, dalle rovine romane e greche.

Essi diedero vita a un grande patrimonio artistico che con l’innovazione di una pittura realizzata “dal vero”, sotto la luce naturale, fece da premessa all’Impressionismo francese. Quello che le opere dei Plenaristi regalano sono le prime immagini a colori dell’Italia, molti anni prima dell’invenzione della fotografia, e oggi la riscoperta della loro arte diventa un prezioso progetto di promozione culturale e turistica.

Il territorio della Valle del Nera presso Terni e Narni è stato uno dei centri più importanti di questa fortunata stagione della pittura. Obiettivo del progetto è di mantenere vivo e conservare per le generazioni future questo patrimonio storico-artistico.

Il Museo Diffuso sarà un percorso sulle tracce di circa un centinaio di artisti che, a distanza di secoli, possono tornare ad essere ambasciatori del territorio umbro e far sì che diventi meta di nuovi flussi di visitatori!

Tra i luoghi più amati e ammirati in quell’epoca figura senz’altro l’area della Cascata delle Marmore, di Piediluco, Papigno e giù fino alla Via Flaminia ternana segnata nel confine verso Roma dal superbo Ponte d’Augusto, che ispirò Corot nel suo celeberrimo quadro (foto in alto). Oltre al Museo e al documentario di Passalacqua, che costituisce il primo lavoro audiovisivo dedicato a questa pagina della storia dell’arte, l’iniziativa prevede la realizzazione di un Archivio virtuale (ad opera di Marcella Culatti della Fondazione Zeri di Bologna) completo delle opere prodotte nell’Umbria del Sud, che sono collocate in molti musei e collezioni private del mondo.

Il progetto si rafforza, infine, con l’acquisizione da parte della Fondazione Carit di tre importanti quadri appartenenti al periodo plenarista ad opera di Louis Ducros e François Keisermann: un’acquisizione che consente alla città di Terni di ospitare una delle più importanti collezioni del genere a livello internazionale.

 

da “Fondazioni” novembre-dicembre 2015