Skip to main content

Gli arazzi medicei tornano a Palazzo Vecchio

Tornano a “casa” dopo 133 anni i venti arazzi medicei raffiguranti le storie di Giuseppe Ebreo, pensati e commissionati per la Sala dei Duecento a Palazzo Vecchio da Cosimo I de Medici negli anni fra il 1545 e il 1553. Si tratta di una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale, il cui nucleo più prezioso fu tessuto dai fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher su cartoni realizzati da alcuni dei più importanti artisti del Rinascimento: Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati.

Questi capolavori furono esposti per l’ultima volta tutti insieme in occasione dell’Unità d’Italia e smembrati negli anni successivi, per cui della serie completa vennero conservati stabilmente a Firenze solo dieci pezzi, mentre gli altri dieci da allora adornano stabilmente i saloni del Quirinale, dove furono portati alla fine del secolo scorso (1882) per volere dei Savoia. Sottoposti a un complesso restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Laboratorio Arazzi del Quirinale, questi arazzi sono stati recentemente protagonisti di una mostra itinerante dal titolo “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino”, che ha fatto tappa a Roma e a Milano e adesso li riporta a Firenze, in esposizione a Palazzo Vecchio fino al 15 febbraio.

La mostra, nata grazie all’impegno condiviso dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano prima e poi Sergio Mattarella, e dal sindaco di Firenze Dario Nardella, è il degno coronamento dell’impegno che la città di Firenze ha profuso per rendere nuovamente fruibili queste opere d’arte restituite all’antica bellezza, con un eccellente lavoro di restauro durato, per quelli “fiorentini”, ben 27 anni e finanziato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dalla relativa Cassa. L’Ente Cassa ha fornito un contributo determinante anche per la realizzazione, nell’ambito della mostra, di un’accurata sezione multimediale a cura del Mus.e. Prima di entrare nella Sala dei Duecento, i visitatori possono immergersi nei particolari degli arazzi grazie a innovative soluzioni di fruizione multimediale interattiva, selezionando ed esaminando su touch-screen ogni singolo pezzo esposto per osservarne i dettagli e le schede descrittive.

Sugli arazzi è rappresentata la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, odiato dai fratelli perché prediletto dal padre. Cosimo de’ Medici nutriva, infatti, una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cui fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medicee: Giuseppe, tradito e venduto come schiavo dai fratelli, fatto prigioniero in Egitto, riesce comunque, grazie alle sue rare doti intellettuali, a sfuggire alle avversità, a perseguire una brillante carriera politica e a raggiungere posizioni di potere.

Abile parlatore, consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mette in salvo un intero popolo dalla carestia e, infine, dà prova di clemenza e magnanimità, perdonando i fratelli che lo avevano tradito. Cosimo I de’ Medici affidò i disegni preparatori di questi arazzi ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti il Pontormo. Ma le prove predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie.

Gli arazzi furono tessuti alla metà del XVI secolo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, e vennero realizzati con telai a basso liccio, per questo si presentano speculari rispetto ai disegni preparatori. Per la tessitura della trama sono stati impiegati come materiali dei fili di lana, di seta, d’oro e d’argento. Per l’ordito sono stati utilizzati fili di colore neutro.

Con il passare del tempo gli arazzi sono andati incontro inevitabilmente a un progressivo degrado che ha reso necessario il lungo e complesso intervento di restauro appena concluso.

La mostra, realizzata con il determinante contributo di Gucci, è stata curata da Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Presidente della Repubblica Italiana, ed è promossa dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dal Comune di Firenze e dal Comune di Milano, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Expo 2015 e la Fondazione Bracco.

 

 

da “Fondazioni” novembre-dicembre 2015