A ottant’anni dal suo rinvenimento, la Fondazione Carichieti ospita nello Spazio Esposizioni Temporanee di Palazzo de’ Mayo una mostra che non si limita a raccontare attraverso i documenti il famoso Guerriero di Capestrano, ma che intende “ricomunicare”, in maniera innovativa e dinamica, la storia di questa scultura, con l’ausilio di linguaggi espressivi moderni (videproiezioni ed elaborazioni digitali) accessibili a tutti, soprattutto ai giovani. Il Guerriero è una scultura in pietra e marmo del VI secolo a.C., detta di Capestrano (Aq) dal luogo del suo ritrovamento, avvenuto casualmente durante i lavori in una vigna nel 1934. Raffigura un soldato dell’antico popolo italico dei Piceni. Dopo uno spostamento nella capitale, nel 1959 tornò in Abruzzo per opera dell’allora soprintendente Valerio Cianfarani; da allora è conservato a Chieti nel Museo archeologico nazionale d’Abruzzo.
La preziosità del reperto viene rilanciata dalla Fondazione Carichieti con una comunicazione moderna e attuale affidata ai nuovi linguaggi espressivi della contemporaneità, in linea con il nuovo concetto di museo che da luogo di “conservazione” si trasforma in luogo di “narrazione”. Insomma un modo di ricentrare l’attenzione del pubblico sul Guerriero che, sin dal suo ritrovamento, si è contraddistinto per la sua misteriosità e maestosità, come emblema dell’identità regionale.