Nella lotta al riscaldamento globale fa il suo ingresso una polverina magica. È nato, infatti, il primo materiale molecolare nanoporoso in grado di assorbire selettivamente l’anidride carbonica. Si chiama “AZOpore” (AZObenzene nanoPORous matErial) e l’hanno inventato in Italia, grazie a un progetto di ricerca congiunto tra i Laboratori di Nanoscienze Fotochimiche e di Crystal Engineering dell’Università di Bologna e il Laboratorio di Materiali Nanostrutturati Porosi dell’Università di Milano-Bicocca, finanziato da Fondazione Cariplo.
AZOpore si presenta come una comune polvere cristallina, ma i suoi granelli sono attraversati da microscopici canali centomila volte più sottili di un capello (si tratta di milionesimi di millimetro) che gli permettono di assorbire e intrappolare notevoli quantità di gas, che viene poi rilasciato quando la sostanza è esposta alla luce solare. Una capacità, questa, che ha grande importanza sia pratica che scientifica: l’immagazzinamento di gas combustibili a bassa pressione o l’utilizzo come filtri per separare gas nocivi sono solo alcuni esempi delle applicazioni tecnologiche immediate. Inoltre un solo grammo di AzoPORE ha un’area superficiale pari a quella di un campo da tennis, quindi si tratta di una “spugna” davvero eccezionale. Parliamo di spugna perché come tale essa si comporta. La sua struttura molecolare, infatti, fa sì che alla luce essa cambi forma – da lineare a piegata – sicché quando è illuminata i canali da cui è attraversata collassano, rilasciando l’anidride carbonica precedentemente assorbita. Bastano poi pochi minuti a 100° Centigradi per riportare AzoPORE alla struttura cristallina iniziale e renderla totalmente riutilizzabile.
L’illuminazione di AZOpore, oltre a far rilasciare il gas intrappolato, provoca la trasformazione della polvere solida cristallina di partenza in un liquido viscoso. Questo effetto di “fotofusione” è di grande interesse tecnologico per le sue possibili ricadute nei settori della fotolitografia, della olografia e degli adesivi. AzoPORE, infine, è molto semplice da produrre e si ottiene da materie prime facilmente reperibili: 1 kg di materiale puro preparato in laboratorio, quindi senza ricorrere a ingegnerie di processo ed economie di scala, costa poche decine di euro.