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A Messina l’esperienza Maregrosso sarà testata dal Mit di Boston

Case da destinare a chi vive l’emergenza abitativa innovative sul piano dell’impatto ambientale, del risparmio di energia e dell’efficienza dei consumi, ma anche belle perché risanano aree dissestate, verranno presto realizzate a Messina, a Maregrosso, uno dei quartieri più degradati della città. Con il contributo di altri partner, tra cui in particolare la Fondazione con il Sud e Fondazione Cariplo, la Fondazione di Comunità di Messina in autunno comincerà a costruire 6 appartamenti collocati in edifici a un piano immersi nel verde. Gli appartamenti verranno assegnati dal Comune di Messina attraverso l’Istituto Case Popolari, dalla Fondazione di Comunità e dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda sanitaria provinciale a 14 persone socialmente in difficoltà. Produzione energetica da materiale organico (un brevetto industriale oggi di proprietà della Fondazione di Comunità di Messina), tecnologie di risparmio energetico, prototipi intelligenti di gestione e condivisione dei beni comuni (energia, acqua), materiali costruttivi ad alta inerzia termica (cioè con una comprovata capacità di tenuta rispetto al caldo e al freddo) sono alcuni degli elementi di innovazione che caratterizzeranno questa esperienza di housing sociale, che rientra in un ampio progetto chiamato “Nutrirsi di… Libertà” che toccherà anche Lecco.

Maregrosso diventerà un vero e proprio laboratorio attivo. Per favorire i processi di autocostruzione assistita (gli assegnatari potranno cioè partecipare alla costruzione dei loro appartamenti) e potenziare il valore simbolico dell’iniziativa, le mura saranno costituite con pannelli modulari autoportanti, dalla struttura in legno e paglia pressata raccolta nei terreni confiscati alla mafia e gestiti dall’associazione Libera a San Giuseppe Jato (Palermo). I pannelli saranno prefabbricati da una cooperativa sociale promossa dalla Fondazione di Comunità che favorisce l’inserimento lavorativo di ex internati dell’Ospedale psichiatrico giudiziario, poi verranno finiti e intonacati con terra cruda in cantiere anche grazie al lavoro salariato degli stessi assegnatari degli appartamenti. Infine, le acque grigie saranno depurate e recuperate per l’irrigazione del giardino e del parco circostante. In questo spazio convivranno orti urbani, aree di sosta attrezzate, playground, aree in cui coltivare nuove forme di socializzazione del territorio. Una volta costruite e assegnate le case, il Mit (Massachussets Institute of Technology) di Boston avrà il compito di verificare la sostenibilità e la propensione al risparmio dei consumi di questo tipo di costruzioni rispetto a quelle tradizionali attraverso un lavoro di ricerca, applicando degli speciali sensori per la raccolta dati su due costruzioni tipo.