Skip to main content

La finanza sociale contribuisce all’attività istituzionale

«Gli investimenti del patrimonio rappresentano una seconda leva, oltre all’azione filantropica, per sostenere attività e idee che meritano attenzione». Così Giuseppe Guzzetti, in qualità di presidente di Fondazione Cariplo, il 3 luglio scorso a Milano, in occasione della mattinata dedicata dall’ente alla finanza responsabile: un evento a cui ha preso parte anche Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace nel 2006, che era presente nel capoluogo lombardo per partecipare al Forum Mondiale delle Imprese Sociali, organizzato anch’esso con il sostegno di Cariplo. Nel corso della mattinata sono stati presentati i risultati del fondo Microfinanza 1, realizzato e gestito da Quadrivio Capital Sgr e partecipato all’83% (su un capitale sottoscritto di 84 milioni di euro) da Fondazione Cariplo, grazie al quale sono stati finanziati 4 milioni di microimprenditori e 11.145 piccole e medie imprese, in oltre 86 paesi emergenti e in via di sviluppo. Esso si prefigge di conservare il valore del capitale investito, offrire una remunerazione non speculativa (idealmente almeno pari al 2% oltre il tasso di inflazione europeo) e contribuire allo sviluppo della micro e piccola impresa personale e collettiva, principalmente, ma non esclusivamente, grazie all’intervento di intermediari finanziari locali (“micro finanziarie”). In particolare, il portafoglio di microcrediti alle istituzioni di microfinanza indirettamente finanziate o partecipate dal Fondo è costituito per oltre il 70% da prestiti concessi a donne e, in più del 50% dei casi, a persone residenti in zone rurali. Il valore medio dei finanziamenti è di circa 1.700 euro. L’investimento in questo fondo da parte di Fondazione Cariplo si colloca nel quadro degli impieghi nei cosiddetti Mission Connected Investments (MCI), che per la Fondazione si attestano a 510 milioni di euro (pari al 6,38% del suo patrimonio) e riguardano: fondi comuni immobiliari di housing sociale e rigenerazione urbana per interventi da realizzare in Italia; fondi comuni dedicati al venture capital per la promozione dello sviluppo economico nel nostro Paese; altre iniziative funzionali all’attuazione dei “Piani d’azione” della Fondazione (microfinanza, agricoltura). «La Fondazione Cariplo – spiega Guzzetti – ha adottato un approccio ispirato a criteri di responsabilità sociale al fine di evitare incoerenze con la propria attività istituzionale e contenere i rischi finanziari a lungo termine derivanti dall’investimento in strumenti finanziari emessi da Stati o società di capitali caratterizzate da condotte gravemente lesive della dignità umana e dell’ambiente o coinvolti in produzioni di armi nucleari e di distruzione di massa; eppure questo non basta. Le Fondazioni di origine bancaria, così come l’insieme dei soggetti filantropici, si trovano a gestire una fase di profonda innovazione, nella quale viene ripensato il concetto di erogazione a fondo perduto; e dunque gli investimenti del patrimonio possono rappresentare una seconda, forte leva complementare per sostenere attività e idee che meritano di essere realizzate».

 

da “Fondazioni” luglio-agosto 2015