«Sono particolarmente lieto di questo riconoscimento ambito e prestigioso, che attesta l’eccezionale valore naturalistico del Delta del Po, contribuendo a preservare ancora di più un patrimonio ambientale unico nel suo genere in Italia, e favorendo al contempo lo sviluppo sostenibile dell’area, con ricadute significative sul fronte delle presenze turistiche e della promozione di un territorio la cui immagine ci auguriamo possa essere rilanciata con benefici per la provincia di Rovigo e per tutto il Veneto».
Antonio Finotti, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, commenta così l’ammissione del Delta del Po tra le “Riserve di Biosfera” riconosciute dall’Unesco, ufficializzata il 9 giugno a Parigi. Un risultato a cui la Fondazione Cariparo ha contribuito in maniera determinante, avendo, prima di ogni altro soggetto, concepito l’idea della candidatura del Delta a ottenere questa importante qualifica internazionale e, successivamente, sostenuto il progetto.
Fin da subito la Fondazione Cariparo e l’Ente Parco Delta del Po hanno collaborato strettamente con l’Ufficio Unesco a Venezia. La Fondazione ha anche messo a disposizione i dati e le informazioni raccolte dall’Osservatorio di Ricerca sul Delta del Po. L’Osservatorio, istituito con il sostegno della Fondazione e la collaborazione dello Iuav, ha infatti consentito di acquisire conoscenze ed esperienze utili a individuare possibili strategie per favorire una trasformazione sostenibile di quest’area. Sono stati quindi coinvolti gli attori locali e il Ministero dell’Ambiente (in particolare il sottosegretario Barbara Degani), così da creare il consenso più ampio possibile intorno al progetto.
Il Delta del Po va così ad aggiungersi alla rete mondiale delle “Riserve di Biosfera”, che diventano 651.