In occasione della Giornata della Memoria delle vittime della Shoah, la Fondazione Caritro ha promosso la mostra dal titolo “Tra normalità e orrore: Artisti plastici ebrei di Oradea e il dramma dell’Olocausto”, che si può visitare fino al 1° marzo, presso Palazzo Calepini (Via Garibaldi 33 – Trento). Si tratta di una collezione di 66 quadri di artisti ebrei rumeni, esposti in Italia per la prima volta. Le opere presenti si dividono in due gruppi. Il primo raccoglie tele che trasmettono tranquillità, buon umore e nostalgia: sono paesaggi che raccontano un mondo pacifico e ordinato, che non lascia presagire l’alluvione storica devastante che seguirà a breve. Al secondo gruppo appartengono invece opere di artisti che avevano intuito, nella calma che li circondava, il male invisibile, la cancrena sempre più estesa nella società, l’incubo della guerra imminente. Su tutte, quelle di Alex Leon, che ha dipinto una straordinaria profezia dei campi di concentramento: cinque uomini nudi, scheletrici, con le ossa che sporgono dalla pelle, con i piedi fangosi, esclusi dalla società, guardano una gabbia che li attende. Tra gli artisti presenti in mostra con le loro opere, alcuni morirono durante l’Olocausto. I sopravvissuti continuarono a lavorare, per trasmettere con la propria arte l’imperativo “Non dimenticare”.