Skip to main content

Acri promuove bilanci sempre più trasparenti e comparabili

Il 2015 ha portato con sé, con la Legge di Stabilità, oneri fiscali crescenti per le Fondazioni di origine bancaria, che hanno visto aumentare la tassazione dai 100 milioni di euro del 2011 ai 340 del 2014, fino ai 360 stimati per il 2015. In pochi anni, dunque, la tassazione per le Fondazioni rappresentate dall’Acri è praticamente quadruplicata, riducendo conseguentemente le risorse che alimentano l’attività filantropica verso le organizzazioni del volontariato e del privato sociale. In particolare, l’ultimo atto che ha portato a questa progressione è l’aumento della quota imponibile sui dividendi percepiti dagli enti non commerciali dal 5 al 77,74%, con un’aliquota del 27,5%. L’aggravio incide appieno sull’esercizio 2015 e, retroattivamente, sul 2014; anche se, a parziale compensazione della retroattività, alle Fondazioni è stato riconosciuto un credito di imposta utilizzabile a partire dal 2016. Il tutto mentre per i soggetti commerciali la base imponibile sui dividendi è rimasta al 5%.

Il tema della rendicontazione di bilancio e delle implicazioni fiscali connesse alla Legge di Stabilità 2015 è, dunque, caldo e molto sentito dalle Fondazioni; sicché ampissima – oltre 250 persone – è stata la partecipazione al seminario promosso il 17 dicembre a Roma dalla Commissione Bilancio e Questioni fiscali dell’Acri insieme alla Commissione per la Formazione e l’Organizzazione, rivolto soprattutto agli Amministratori, ai membri dei Collegi Sindacali e di Controllo e ai Segretari/Direttori generali degli enti associati. Il seminario, a cui l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma ha concesso l’accreditamento, ha preso in esame le questioni attinenti alla trasparenza della gestione, con specifico riguardo alla rendicontazione e alla redazione dei bilanci delle Fondazioni, nonché le tematiche tecniche e giuridiche, anche di ordine costituzionale, connesse alla Legge di Stabilità. Esso è stato l’occasione per presentare le proposte concrete che negli ultimi mesi la Commissione per il Bilancio e le Questioni fiscali, guidata da Arturo Lattanzi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ha messo a punto per migliorare e aumentare il livello di efficacia nella rendicontazione. «Come in ogni cosa – ha sottolineato Lattanzi – anche per le Fondazioni di origine bancaria non è sufficiente fare bene, bisogna anche saperne dare conto in maniera adeguata, chiara ed esaustiva: sia in merito allo svolgimento dell’attività istituzionale, sia per quanto riguarda la gestione economico-patrimoniale». La Commissione, incaricata dal Consiglio dell’Associazione di implementare il livello di trasparenza della gestione e di rendicontazione dei risultati ottenuti anche tramite l’omogeneizzazione dei criteri di redazione dei rendiconti, si è adoperata per individuare soluzione atte a garantire un’uniformità dei comportamenti contabili delle Fondazioni e ad accrescere il livello di chiarezza dell’esposizione delle informazioni di bilancio. Ha così elaborato due documenti, che sono stati presentati nel corso dell’incontro del 17 dicembre. Il primo è un set di indicatori di bilancio che fanno riferimento alle grandezze che la dottrina aziendalistica e giuridica che segue le Fondazioni ritiene siano parametri capaci di rappresentare adeguatamente le diverse manifestazioni della realtà dei singoli enti. Ovvero le grandezze rappresentate da: patrimonio, espresso a valori correnti, quale manifestazione del complesso dei beni stabilmente disponibili; proventi totali netti, quale grandezza espressiva del valore generato dall’attività di impiego delle risorse disponibili; erogazioni deliberate, quale parametro rappresentativo delle risorse destinate all’attività istituzionale. Il set di questi indicatori verrà inserito nel rendiconto annuale di ciascuna Fondazione, in una sezione distinta intitolata “Informazioni definite in ambito Acri”, in aggiunta agli obblighi informativi già previsti dalle disposizioni contenute nel provvedimento del Mef dell’aprile 2001, dando un’inoppugnabile smentita a coloro che sostengono l’opacità dei bilanci delle Fondazioni, la loro scarsa confrontabilità o addirittura l’assenza di regole di redazione.

Nella stessa sezione verrà pubblicata anche una legenda/glossario delle voci di bilancio tipiche delle Fondazioni, anch’essa elaborata dalla Commissione Bilancio dell’Acri, affinché anche i non addetti ai lavori possano cogliere il significato dei valori esposti. Il secondo documento presentato nel corso dell’incontro riguarda, invece, gli orientamenti contabili in tema di bilancio e costituisce una sorta di manuale a cui le Fondazioni possono far riferimento per rappresentare i fatti economico-aziendali secondo criteri omogenei condivisi, rispettosi delle disposizioni in tema di bilancio, sia generali che specifiche del settore, sia dei principi contabili nazionali. «Ritengo – ha sottolineato Lattanzi (foto a lato) che questi due elaborati possano in qualche modo contribuire al perseguimento della trasparenza, che credo sia un valore assoluto da preservare e aumentare, a vantaggio nostro e delle collettività cui ci rapportiamo». Oltre a Lattanzi, al presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti e a Sandro Santi, membro del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercia listi, intervenuti entrambi con un saluto, all’incontro hanno partecipato: Matteo Melley, presidente della Commissione Formazione e Organizzazione dell’Acri e della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia; Giacomo Manetti, professore associato di Economia Aziendale all’Università degli Studi di Firenze, che ha illustrato gli indicatori di bilancio predisposti dall’Acri; Alessio Iannucci, docente a contratto presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano Telematica di Roma, che ha parlato delle novità dei principi contabili nazionali; Matteo Pozzoli, professore associato di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, che ha commentato gli orientamenti contabili Acri in tema di bilancio; Livia Salvini, professore ordinario di Diritto Tributario presso l’Università Luiss – Guido Carli di Roma, che ha approfondito il tema delle implicazioni fiscali derivanti dalla Legge di Stabilità 2015.

Soffermandosi sull’importanza della trasparenza e sulla necessità di avere modalità di rendicontazione omogenee e uniformità di rilevazione dei dati di bilancio, per una piena leggibilità e confrontabilità dei dati sia sul piano interaziendale che intertemporale, Matteo Melley (foto a destra) ha dichiarato: «Credo profondamente che la trasparenza sia la chiave di volta dell’attività delle nostre Fondazioni. È proprio la trasparenza che consente ai nostri interlocutori di valutarci per ciò che facciamo e non sulla base di affermazioni senza fondamento. Purtroppo, come avvenuto nel passato, non è sufficiente conseguire una buona gestione della Fondazione. Questa, infatti, ancorché costituisca una condizione imprescindibile, da sola non basta, perché se alla stessa non associamo un’altrettanto significativa attività di comunicazione, attraverso i diversi strumenti a disposizione, fra cui il bilancio annuale, nelle sue diverse componenti, si corre il rischio che quanto fatto non venga apprezzato e riconosciuto». In ambito Acri il tema della trasparenza è un convincimento fortemente radicato e ripreso anche nella Carta delle Fondazioni, con riferimento all’organizzazione e alla rendicontazione dell’attività istituzionale e di quella gestionale. E il profilo di più immediato impatto, in termini di trasparenza, sul quale la Carta pone un particolare accento, è proprio quello della rendicontazione di bilancio. La Carta sottolinea la necessità di fornire agli stakeholder e alle collettività di riferimento, un’informativa adeguata, in termini di completezza e di chiarezza circa le attività svolte e i progetti promossi e finanziati dalla Fondazione. Ovviamente le raccomandazioni della Carta non impattano su un contesto disarticolato e privo di riferimenti strutturali, dal momento che le Fondazioni – è bene ricordarlo – sono i soggetti che nel panorama del Terzo settore hanno un quadro regolamentare e operativo assolutamente definito, che non ha paragoni fra gli enti non commerciali. L’attuale assetto normativo, infatti, disciplina sia la forma che il contenuto del bilancio e prevede modalità di rendicontazione non solo economico-patrimoniale, ma anche di carattere sociale. «Poiché il bilancio è lo strumento principe attraverso il quale rendere conto dei risultati conseguiti – ha proseguito Melley – ben si comprende perché l’Associazione ha avviato una riflessione volta a individuare le possibili aree di miglioramento della comprensibilità dei bilanci, al fine di definire soluzioni atte a garantire l’uniformità dei comportamenti contabili e ad implementare il livello di chiarezza dell’esposizione delle informazioni».

 

da “Fondazioni” gennaio-febbraio 2015