Reggio Emilia e i suoi palazzi, ovvero la storia della città attraverso le sue dimore storiche. È la prima volta che viene realizzato un volume che racconta la storia del centro storico reggino attraverso i palazzi che ancora oggi ne costeggiano le strade e che dal Cinquecento a oggi hanno segnato il costume e gli stili di vita dei suoi abitanti. L’iniziativa editoriale è stata promossa dalla Fondazione Manodori ed è culminata nella pubblicazione di un volume dal titolo “Dimore storiche di Reggio Emilia”. Il testo è basato sulle ricerche di Antonio Brighi e Attilio Marchesini ed è curato da Giuseppe Adani. Un ricco apparato iconografico, del fotografo Marco Ravenna, rende merito ai palazzi che hanno attraversato la storia cittadina che, grazie alla disponibilità dei proprietari e con la collaborazione dell’associazione Dimore Storiche, per la prima volta aprono le loro porte e mostrano i gioielli d’arte d’architettura che tuttora custodiscono. Testimonianze inedite di quando Reggio veniva considerata la capitale “culturale” del ducato ed era laboratorio di studio e d’espressione per artisti come Il Correggio, Ludovico Carracci, Lelio Orsi, Giulio Romano, Bartolomeo Spani, Nicolò dell’Abate. Alla fine del Cinquecento, Reggio Emilia era davvero “città di palazzi”, ricchi di splendide architetture e di arredi d’arte. Peculiarità che i secoli successivi confermeranno, in modo discreto negli esterni, ma amplificandola nei cortili, negli scaloni, nelle logge e nelle sale da ricevimento, da musica o da conversazione. Un ricco apparato di stucchi, dipinti e affreschi che inseriscono a buon diritto le scuole locali a livello europeo e che, finalmente, viene “mostrato”, accompagnato da schede di testo con note storiche fondamentali, le quali guidano il lettore anche verso la conoscenza delle famiglie che qui hanno abitato e che ancora vi risiedono. Volutamente, infatti, i palazzi presentanti nel volume sono quelli che sono rimasti “case” e non sono invece diventati sede di enti, istituzioni o istituti bancari.