Le scuole riaprono anche nell’Emilia Romagna ferita dal terremoto e un contributo importante a ricondurre sulla via della “normalità” la vita di studenti e insegnanti viene dalle Fondazioni di origine bancaria: quelle da sempre operanti nella regione, in primis, e tutte le altre rappresentate dall’Acri. Già nei primi giorni dopo il sisma, infatti, queste ultime si sono impegnate a mettere a disposizione oltre 5 milioni di euro, per fronteggiarne gli effetti, e la loro destinazione è stabilita insieme all’Associazione Regionale delle Fondazioni dell’Emilia Romagna, in accordo con le scelte dei nove enti direttamente presenti sui territori coinvolti dal drammatico evento: le Fondazioni Cassa di Risparmio di Carpi, Cr Cento, Cr Ferrara, Cr Modena, Cr Mirandola, Cr Vignola, Carisbo, Monte di Bologna e Ravenna, Manodori di Reggio Emilia. Per parte loro, queste hanno stanziato complessivamente 13 milioni di euro e intervengono in forma autonoma, individuando gli obiettivi prioritari nelle aree di propria competenza (una prima ricognizione sulle attività di solo alcune di esse segue a pagina 3). Alle loro risorse si aggiungono 400mila euro messi a disposizione dalle dieci Fondazioni dell’Emilia-Romagna che operano in zone non coinvolte dal terremoto (Fondazioni Cassa di Risparmio di Cesena, Faenza, Forlì, Imola, Lugo, Parma, Piacenza, Ravenna, Rimini e Monte di Parma). In totale, dunque, sono disponibili più di 18 milioni di euro. La destinazione è in parte da stabilire, ma è certo che una quota importante andrà alle scuole. La priorità su cui investire per guardare al futuro con fiducia, infatti, sono i giovani, offrendo loro cura e formazione. Un proposito, questo, che sarebbe difficilmente praticabile senza un adeguato ripristino dei luoghi che per eccellenza li accolgono, cioè gli edifici scolastici. Così un impegno specifico le Fondazioni lo hanno posto su interventi in questa direzione. La Regione Emilia-Romagna valuta in oltre 166 milioni di euro le risorse necessarie per attuare il programma straordinario di ripristino delle strutture scolastiche 56 milioni servono per la costruzione di 28 edifici scolastici temporanei; 21 milioni e mezzo per l’affitto di prefabbricati modulari; 1 milione e mezzo per la costruzione o acquisizione di palestre temporanee; oltre 81 milioni di euro saranno destinati a Comuni e Province per la riparazione immediata degli edifici scolastici giudicati agibili ma che necessitano di interventi di ripristino e rafforzamento; 5 milioni e 850mila euro andranno a soggetti privati per le scuole paritarie. «Abbiamo la consapevolezza che occorre un impegno specifico riguardo all’agibilità degli edifici scolastici – ha spiegato Andrea Landi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena –. Le nostre sole forze, però, non bastano. Ci aspettiamo dal Governo uno sforzo ulteriore per dare risposta alle richieste che arrivano dai cittadini e dalle Istituzioni locali». Intanto, in una congiuntura in cui gli utili si contraggono e, di conseguenza, diminuiscono le erogazioni, le Fondazioni emiliane, soprattutto quelle attive nell’area del cosiddetto “cratere” del terremoto, hanno già ristabilito il proprio ordine di priorità negli interventi, in modo da privilegiare il contrasto puntuale e mirato proprio degli effetti negativi prodotti dal sisma. Anche il sistema del credito emiliano-romagnolo sostiene la ricostruzione. Nel giugno scorso è stato firmato un protocollo che prevede un impegno comune tra Regione Emilia- Romagna, banche, Consorzi fidi, Unioncamere Emilia-Romagna e associazioni imprenditoriali, per rendere disponibili finanziamenti a favore delle imprese colpite dagli eventi sismici del maggio e giugno scorsi. Ed anche individualmente le numerose Casse di Risparmio Spa presenti nell’area sono, come sempre, particolarmente attente e attive. Il protocollo con la Regione prevede linee di finanziamento a medio-lungo termine a tassi contenuti, in grado di consentire la rapida ripresa dell’attività produttiva e la piena funzionalità degli immobili e delle attrezzature delle imprese. È stata, inoltre, prevista la destinazione di un primo plafond di risorse della Cassa Depositi e Prestiti e della Banca Europea per gli Investimenti da destinare a finanziamenti, di durata variabile fra i 5 e i 15 anni, per imprese di tutti i settori, affinché possano mettere in sicurezza, ricostituire le scorte, ricostruire gli immobili, acquistare attrezzature. Per le grandi imprese, non direttamente rientranti in altre misure varate ai sensi del Decreto legge 74/2012, Regione, banche e Consorzi fidi si adopereranno per mettere a disposizione, compatibilmente con le risorse disponibili, un plafond dedicato nell’ambito del fondo di rotazione per gli investimenti della Cassa Depositi e Prestiti. Per quanto riguarda le imprese agricole, anche cooperative, è consentito il ricorso al fondo di garanzia Ismea Sgfa a copertura dell’80% delle operazioni di finanziamento concesse alle imprese agricole condotte da giovani e del 70% per le altre imprese agricole. Infine, il sistema bancario avrà un ruolo attivo di primo piano sui territori colpiti dal sisma, nella fase di erogazione del plafond di 6 miliardi di euro messo a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti ai sensi del Decreto legge 95/2012. Questo importante volume di risorse consentirà alle banche, dal 2013, di accordare finanziamenti agevolati, con oneri di rimborso a totale carico dello Stato, per interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione di immobili ad uso residenziale e produttivo.
Il restauro a Carpi regge
Il patrimonio storico della zona di Carpi ha subito gravi danni, ma in generale i complessi monumentali restaurati dopo il terremoto del 1996, quasi sempre con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, hanno retto strutturalmente. Tra questi, l’imponente Palazzo dei Pio (1 milione di euro dalla Fondazione), la nuova Biblioteca multimediale (oltre 1 milione e mezzo), gli ambienti dell’ex Sinagoga (900mila euro), l’ardita torre campanaria della Sagra, alta una cinquantina di metri e tra i più antichi edifici della città (1217-1231), che è stata riaperta al pubblico nel settembre 2011 dopo un consolidamento d’emergenza, finanziato (300mila euro) sempre dalla Fondazione. Il locale ospedale, invece, dopo aver subito forti lesioni, sta oggi gradatamente riaprendo i reparti e puntando al ripristino, entro ottobre, di almeno quattro sale operatorie, grazie anche al sostegno della Fondazione, che ha scelto di intervenire per la piena ripresa delle funzionalità e delle specializzazioni del nosocomio. Il fronte scuole, vede il 50% degli istituti impraticabili a Novi di Modena, il 30% a Soliera, il 40% a Carpi. Ed è proprio la messa in sicurezza degli edifici scolastici, previa definizione delle urgenze in accordo con l’assessorato alle politiche scolastiche, un altro ambito prioritario di intervento individuato dalla Fondazione carpigiana. Essa sta inoltre provvedendo all’attivazione di azioni di carattere sociale attraverso fondi a sostegno della popolazione che a seguito del terremoto ha perso la casa o il lavoro. In relazione alla gestione della prima emergenza, la Fondazione è intervenuta tramite il proprio ente strumentale Fondazione Casa del Volontariato, che attraverso un edificio di 1.600 mq offre gratuitamente una sede adeguata a circa cinquanta realtà locali che operano nell’ambito della solidarietà. Nell’emergenza la Casa del Volontariato ha garantito forniture mediche, acqua e gazebo agli sfollati, nonché pasti ai vigili del fuoco e alla polizia giunta in aiuto della popolazione. Infine, la Fondazione Cr Carpi e il proprio ente strumentale Fondazione Casa del Volontariato, in collaborazione con la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, hanno proceduto a sviluppare un ulteriore miglioramento delle condizioni economiche del progetto di microcredito sociale Avere Credito, attivo già da qualche anno, portando il tasso di interesse dal 4% – previsto a convenzione – all’1,5%, per interventi di ripristino a seguito di danni causati dal sisma.
A Mirandola si comincia dai container
Se si telefona alla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola la risposta arriva da un portatile: la bellissima, storica sede dell’ente, con i relativi telefoni fissi, non è infatti ancora agibile, ma tutti lavorano ugualmente e la gestione finanziaria attraverso i dati del primo semestre si annuncia buona, nonostante le difficoltà del momento economico. Gli Organi della Fondazione hanno deliberato, a causa del sisma, la variazione delle risorse a disposizione per l’anno 2012, aumentandole di un ulteriore milione di euro. Altri interventi seguiranno negli anni a venire. Tra le priorità c’è il settore istruzione, per il quale la Fondazione ha già acquistato 6 container destinati all’attività di segreteria amministrativa e di direzione della Scuola Elementare “D. Alighieri”, dell’Istituto “G. Luosi” e dell’Istituto “G. Galilei” di Mirandola, nonché alla sistemazione del controsoffitto delle Scuola “G. Rodari” di Finale Emilia. Particolare attenzione è stata riservata anche alle forze dell’ordine con l’acquisto di 2 container più 1 ad uso archivio destinati all’attività del Commissariato di P.S. di Mirandola e 1 container ad uso ufficio per il Distaccamento di Polizia stradale, le cui sedi sono inagibili. del Commissariato di P.S. di Mirandola e 1 container ad uso ufficio per il Distaccamento di Polizia stradale, le cui sedi sono inagibili.
A Cento l’impresa è al centro
Il territorio di Cento è uno dei più colpiti dal sisma. Gli Organi della Fondazione hanno stabilito che tutta la sua attività e le risorse si concentrino sul post terremoto. Particolare attenzione è rivolta al sostegno delle attività produttive, ritenute il principale volano per la ricostruzione di quel tessuto sociale ed economico. L’obiettivo è consentire alle imprese di ricominciare da dove erano al momento del terremoto, così da allontanare il rischio di delocalizzazione e favorire l’occupazione. Strategia privilegiata dalla Fondazione è la valorizzazione della collaborazione con la Cassa di Risparmio di Cento Spa. Si prevede la creazione di un Fondo di Garanzia per operazioni di finanziamento a favore di imprenditori e artigiani operanti nel “cratere del sisma”, destinate a sostenere i costi di ricostruzione, riparazione, ripristino e acquisti vari per le attività danneggiate. In particolare si vuole arrivare alla definizione di uno strumento che possa coniugare interessi, finalità e disponibilità della Fondazione, della Cassa e degli altri enti operanti a fianco delle attività produttive del territorio, per dare risposte concrete in tempi brevi agli imprenditori locali, facilitando loro l’accesso al credito, che è un aspetto indispensabile per una ripresa rapida ed efficace. A disposizione del progetto da parte della Fondazione ci sono già circa 3 milioni di euro. Un’altra grande iniziativa, per cui è stato stanziato 1 milione e mezzo di euro, è quella relativa alla costruzione del nuovo Reparto di Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cento: un intervento necessario per far fronte all’emergenza sanitaria che si è venuta a creare dopo i terremoti che hanno reso inagibili alcuni nosocomi dei comuni limitrofi.
A Modena pronti subito con il trasporto d’emergenza
Fotografi di tutto il mondo hanno risposto all’appello lanciato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena a favore delle zone colpite dal terremoto. Le loro opere sono andate all’asta il 27 giugno e il ricavato è stato di 115mila euro. L’iniziativa, peraltro, è stata solo uno dei tanti progetti ideati dalla Fondazione nel dopo terremoto. Essa ha finanziato molte iniziative con un’attenzione particolare alla formazione e alla fruibilità degli edifici scolastici, stanziando 6 milioni di euro. Ma sostiene anche l’attività sportiva nelle zone colpite, con finanziamenti per 236mila euro destinati a progetti che favoriscano anche l’integrazione sociale, rivolti a bambini, ragazzi, anziani e portatori di handicap. Importante è stato, poi, il contributo nella fase emergenziale del sisma. La città è stata, infatti, abbastanza pronta grazie al contributo della Fondazione che, da oltre un decennio, sostiene associazioni che si occupano di trasporto sociale e d’urgenza. Nel quinquennio 2006-2010 sono stati finanziati 43 progetti, con un investimento prossimo ai 2 milioni di euro, così suddivisi: 1 milione e 46 mila euro per l’acquisto di ambulanze e oltre 540mila per automezzi adibiti al trasporto sociale. L’ultimo bando ha finanziato l’acquisto di 8 ambulanze, 3 pulmini per il trasporto di anziani e disabili, 1 auto per il trasporto di bambini, per complessivi 280mila euro. Molti di questi automezzi sono stati utilizzati per i soccorsi durante i giorni del terremoto, quando la Fondazione ha anche finanziato l’acquisto di 6 tende e 30 brandine da campo per i volontari impegnati nelle zone colpite.
Le tende, di due diversi modelli, vengono montate con un sistema pneumatico che consente ai soccorritori di spostarle rapidamente in base alle esigenze operative del momento; sono tutte dotate di impianto elettrico e d’illuminazione, oltre a un sistema di climatizzazione naturale tramite valvole. Per alcune è stato anche fornito un impianto di condizionamento d’aria. Il costo complessivo è stato di circa 100mila euro. Infine c’è il Festival Internazionale delle Bande Militari di Modena: unico evento del genere in Italia e fra i maggiori a livello internazionale, che gode del sostegno fondamentale della Fondazione. Quest’anno il Festival si è svolto sotto il segno della solidarietà: i fondi ricavati dal concerto conclusivo sono stati destinati all’istituzione di borse di studio che daranno la possibilità a cinquanta studenti di musica, residenti nei comuni colpiti della provincia di Modena, di ricevere 800 euro come contribuito di frequenza a una scuola di musica per l’anno 2012-2013. Il bando scade il 31 ottobre. Altre risorse andranno al progetto “Scena Solidale” promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, dalla Fondazione Teatro Comunale e da Emilia Romagna Teatro Fondazione, che ha allestito a Finale Emilia e a Mirandola una tensostruttura per la messa in scena degli spettacoli in cartellone.