Insistono tutti sul settore agroalimentare e coprono alcuni tra gli ambiti economici più rilevanti per la provincia di Cuneo: ortofrutticoltura, viticoltura, filiera del latte e allevamento di bovini di razza piemontese. Sono i quattro settori in cui intervengono i progetti di innovazione tecnologica selezionati quali destinatari di un milione di euro messo a disposizione dalla Fon – dazione Cassa di Risparmio di Cuneo attraverso il Bando Ricerca 2011. Questo bando è nato nel 2007 con l’obiettivo di promuovere e sostenere lo sviluppo di attività di ricerca applicata di qualità con ricadute positive sul territorio, che fossero anche in grado di favorire il collegamento tra le realtà imprenditoriali e produttive locali e i centri di ricerca nazionali e internazionali. Nel triennio 2007-2009 il Bando Ricerca ha permesso di finanziare 54 progetti per un totale di 2,9 milioni di euro di risorse, contribuendo così all’elaborazione di un sapere scientifico avanzato su temi di interesse per lo sviluppo provinciale, in particolare nel campo della ricerca medica e dell’innovazione tecnologica e, inizialmente, anche della ricerca socio-economica. Un’analisi, realizzata nel 2011 dopo i primi tre anni di Bando e coordinata dal Centro Studi della Fondazione, ha analizzato l’impatto delle risorse erogate con il Bando e ha rilevato che i circa 2,9 milioni assegnati hanno contribuito alla realizzazione di interventi per un ammontare di 5,3 milioni di euro, con il risultato che a ogni euro erogato dalla Fondazione corrisponde un investimento complessivo pari a 1,83 euro. Grazie al cofinanziamento di altri partner, la Fondazione genera quindi una ricaduta economica per la ricerca di quasi due volte superiore a quanto ha elargito. L’incoraggiante esito dell’esperienza del primo triennio ha spinto la Fondazione Crc a replicare il bando anche nel 2011. A fronte delle proposte pervenute, la Fondazione, sulla base delle valutazioni di due commissioni di esperti indipendenti sul modello della peer review, ha selezionato i quattro progetti vincitori. Vediamo più da vicino di cosa si tratta. Il primo si chiama “Sviluppo di Imaging a risonanza magnetica per l’identificazione precoce di malattie di origine biotica e abiotica su prodotti ortofrutticoli”. Prevede di sviluppare modalità di utilizzo della Risonanza Magnetica per Immagini (RMI) per analisi non invasive in campo agroalimentare. L’utilizzo della RMI consente di ottenere mappe della distribuzione dell’acqua al l’interno dei campioni ortofrutticoli e quindi di monitorare i processi di maturazione e decadimento dei frutti durante la fase di post raccolta e lo sviluppo di malattie e fisiopatie in piante e frutti. Recentemente si sono resi disponibili strumenti RMI basati su magneti permanenti, molto compatti, dotati di software semplici e meno costosi che potranno consentire di utilizzare la Risonanza Magnetica per Immagini anche al di fuori dei laboratori scientifici, per esempio in ambito industriale, eventualmente nella linea di produzione per la selezione di prodotti ortofrutticoli. L’introduzione di questa metodologia di indagine comporterà grandi vantaggi economici associati sia alla riduzione delle risorse umane necessarie a condurre le analisi sia alla rapidità con cui esse verranno effettuate, oltre a rappresentare un notevole valore aggiunto alla qualificazione dei prodotti di eccellenza del territorio. La ricerca è coordinata dal Centro di Competenza Agro innova dell’Università di Torino. Il secondo progetto finanziato si chiama “Nebbiolo Genomics: genomica strutturale-funzionale su aspetti patologici e qualitativi” ed è sviluppato dall’Istituto di Virologia Vegetale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Unità di Grugliasco e Sede di Torino) insieme al Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e all’Associazione di cantine cooperative, aziende agricole e vitivinicole Vignaioli Piemontesi. Il vitigno Nebbiolo è la base di vini pregiati di grande importanza economica per il Piemonte e, in particolare, per la provincia di Cuneo; le sue caratteristiche qualitative derivano dall’interazione tra la variabilità intravarietale del vitigno (cloni) e le differenti caratteristiche pedoclimatiche degli ambienti in cui esso è coltivato (terroir). L’obiettivo del progetto è la caratterizzazione genetica approfondita del Nebbiolo: i dati, frutto del risequenziamento del genoma di 3 cloni di Nebbiolo, saranno fondamentali per comprendere in modo organico vari aspetti patologici e qualitativi di questo vitigno e nel contempo saranno un modello di riferimento da estendere ad altri vitigni. “Miglioramento della qualità e sviluppo competitivo della filiera del latte piemontese” è il nome del terzo progetto, che prevede una serie di attività finalizzate al monitoraggio e al miglioramento della qualità del latte prodotto sul territorio cuneese. In provincia di Cuneo operano oltre 1.500 aziende zootecniche, che producono più di 4 milioni di quintali di latte: si tratta, dunque, di un settore strategico per l’economia provinciale. Il progetto di ricerca, grazie al coinvolgimento della filiera produttiva della cooperativa Compral Latte e di Inalpi, potrà studiare la variazione stagionale delle caratteristiche del latte e gli effetti della gestione dei foraggi sulla sua qualità nutraceutica. Il progetto, promuovendo l’innovazione nel settore latte piemontese, ha l’obbiettivo di legare la produzione primaria alle esigenze dell’industria di trasformazione, creando una filiera in cui emergano la qualità e sanità del prodotto e l’unicità del territorio. Con il progetto si otterranno indicazioni per la gestione dei foraggi nelle razioni per l’ottenimento di latte con elevate concentrazioni di acidi grassi polinsaturi; inoltre si punta alla creazione di un modello di filiera di qualità che sia esempio per altre realtà italiane e possa valorizzare le figure professionali che saranno formate nell’ambito del Master Latte dell’Università di Torino. Il quarto progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione Crc s’intitola “Approcci metodologici per la valorizzazione delle carni della razza piemontese”. Si propone di caratterizzare e valorizzare la razza bovina piemontese: una razza da carne di taglia media, che fornisce un’alta resa alla macellazione, con quantità di tagli commerciali superiore a quella di altre razze di taglia più grande; inoltre vanta il riconoscimento di essere una tra le razze migliori per i suoi valori dietetico nutrizionali. L’obiettivo della ricerca, sviluppata dal Dipartimento di Patologia Animale dell’Università degli Studi di Torino, è verificare lo stato di salute degli animali (in particolare in merito all’utilizzo di ormoni) attraverso visite periodiche a un campione di allevamenti e correlare i dati raccolti con la qualità della carne prodotta. da