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Le Fondazioni guardano ai cittadini di domani

Un paese che guardi al futuro non può dimenticare i giovani. Eppure fra tante parole, analisi e dibattiti a volte si ha la sensazione che il soggetto – loro, i giovani – si perda sullo sfondo. I fronti del bisogno e del disagio, infatti, sono tanti; sicché grande è il rischio di perdersi nella molteplicità delle esigenze a cui rispondere, piuttosto che nel vortice di visioni monoculari, focalizzandosi minuziosamente su singoli temi. Le Fondazioni di origine bancaria, che ai giovani guardano con particolare attenzione, in questi anni non hanno affermato delle teorizzazioni al riguardo; piuttosto hanno cercato di creare stimoli, fornire occasioni, dare possibilità in più rispetto a quello che – molto o poco che sia – la scuola e il resto della società già offrono. Con un obiettivo preciso, anche se non sempre esplicito: quello di contribuire a formare i cittadini di domani, ovvero persone partecipi della vita della propria comunità e del proprio Paese, pronti a ricevere come a dare, e con una voglia profonda di cittadinanza attiva. Per farlo le Fondazioni hanno realizzato e finanziato tanti progetti, che spaziano dalle iniziative nelle scuole per favorire l’integrazione culturale ai servizi di insegnamento aggiuntivi, dalla partecipazione a grandi progetti di valenza nazionale, come la promozione della lettura del “Quotidiano in classe” insieme all’Osservatorio Permanente Giovani–Editori, a iniziative territoriali di educazione finanziaria, dai contribuiti per realizzare iniziative sportive fino al sostegno per l’accesso dei giovani a musei e a spettacoli fruendo di tariffe agevolate. Proprio sul tema del rapporto fra giovani e attività culturali si è focalizzato di recente un incontro organizzato a Milano dalla Commissione per le Attività e i Beni Culturali dell’Acri, presieduta da Marco Cammelli, che è anche presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Giusto per dare un quadro di riferimento, è opportuno ricordare che, in base ai dati Istat, nel 2010 sono andati a teatro il 29,6% degli under 24, mentre hanno visitato mostre e musei il 42,4%, hanno assistito a un concerto di musica classica il 10,6%, contro rispettivamente il 24%, il 32,2%, il 12,1% del resto della popolazione italiana adulta (25-59 anni). All’incontro organizzato dall’Acri hanno preso parte in qualità di relatori, fra gli altri: Franco Garelli, ordinario di Sociologia dei processi culturali all’Università di Torino; Paolo Legrenzi, ordinario di Psicologia cognitiva all’Università di Venezia; Marco Maria Tosolini, ordinario di Storia ed Estetica musicale al Conservatorio di Trieste. Sono state analizzate diverse esperienze realizzate dalle Fondazioni per favorire l’incontro tra giovani e cultura; negli articoli che seguono ne illustriamo alcune.

da “Fondazioni” maggio-giugno 2011