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La storia di Bologna in 34 sale

Si inaugura il 28 gennaio l’ultimo tassello del percorso museale “Genus Bononiae. Musei nella Città”, l’ambizioso progetto culturale della Fondazione Carisbo. Si tratta del Museo della Storia di Bologna (via Castiglione 8): un luogo interamente dedicato alla storia, alla cultura e alle trasformazioni del capoluogo emiliano, dalla Felsina etrusca fino ai giorni nostri (nella foto una ricostruzione della battaglia di Fossalta del 1249). Le alterne vicende della comunità locale sono qui raccontate in modo innovativo e dinamico, con tecniche espositive scenografiche e interattive suggestive e per molti versi inedite nel nostro Paese. La splendida cornice del trecentesco Palazzo Pepoli, reinventato, restaurato e allestito dall’architetto e designer di fama internazionale Mario Bellini (vincitore di 8 Premi Compasso d’Oro), e il progetto grafico, curato dall’architetto Italo Lupi, rendono la visita al museo un’esperienza unica. Il visitatore è accompagnato in alcuni punti chiave del percorso dal racconto fatto da volti noti della musica, dell’arte, della storia e della cultura in generale: Lucio Dalla, Massimo Valerio Manfredi, Philippe Daverio, Giorgio Albertazzi, Alessandro Bergonzoni, Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli, Umberto Eco, Romano Prodi e molti altri. Il Museo ha una superficie totale di oltre 6mila mq, suddivisi tra spazi occupati dall’esposizione permanente e altri riservati ad eventi espositivi temporanei; non mancano luoghi deputati alla didattica. È interamente accessibile ai disabili e le numerose sedute presenti diventano più frequenti mano a mano che il percorso si snoda lungo le 34 sale espositive. Infine, il lettering utilizzato nei pannelli consente un’agevole lettura anche a persone ipovedenti. Nel Museo di Palazzo Pepoli saranno esposte più di 200 opere e capolavori provenienti dalle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, suddivise tra disegni, incisioni, fotografie, libri, dipinti, sculture, insegne e altri reperti storici, selezionati in base alla loro pertinenza ai temi affrontati.

da “Fondazioni” gennaio-febbraio 2012