La Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra custodisce la collezione “Mino e Giovanni Rosi” che raccoglie circa 860 opere, prevalentemente del Novecento, collezionate e dipinte dall’artista Mino Rosi e donate alla Fondazione dalla famiglia dell’artista, alla sua morte nel 1995. Al termine di un complesso lavoro di catalogazione, la Fondazione ha deciso di promuovere e presentare al pubblico un nucleo significativo di opere, quale anticipazione dell’esposizione permanente che sarà allestita nei prossimi anni. Per questo nelle sale del Palazzo dei Priori di Volterra ha organizzato la mostra “Attraverso il Novecento. Mino Rosi: l’artista e la collezione da Fattori a Morandi”, che ha registrato un significativo successo. Un percorso espositivo di 150 opere ha consentito di ripercorrere la storia artistica di Mino Rosi (ritratto da Angelo Savelli, nella foto) e di pittori a lui vicini. Sono stati presentati disegni, incisioni, dipinti, acquarelli, pastelli e piccoli mosaici anche di Soffici, Rosai, Moses Levy, Carrà, De Pisis, Guttuso, Mafai, Morandi e Sassu, solo per citarne alcuni. Inoltre, per meglio comprendere le radici culturali e artistiche da cui è nata la passione di Rosi per l’arte, una piccola sezione è stata dedicata all’arte della fine dell’Ottocento e degli inizi del Novecento: album, disegni, incisioni e dipinti di Giovanni Fattori e di Luigi e Francesco Gioli. Grande attenzione è stata riservata ai visitatori più piccoli, arricchendo il percorso con una serie di pannelli illustrativi, sistemati ad “altezza bambino”, nei quali sono stati visualizzati i dettagli delle opere, accompagnati da alcune frasi, tratte da un taccuino di Mino Rosi, in cui il maestro spiegava come venivano realizzati i colori usati per le sue opere. «Questa mostra – ha spiegato il curatore Nicola Micieli – rappresenta un’occasione unica per osservare un secolo d’arte da un punto di vista nuovo e assolutamente personale, sia nelle scelte artistiche, sia nelle preferenze di gusto e ricerca intellettuale di Mino Rosi. Un motivo d’interesse particolare risiede poi nella sua energia e capacità di tradurre il suo talento onnivoro in un ventaglio di tecniche e ambiti espressivi, in opere di sicura originalità creativa, degne di essere messe a confronto con i più avanzati esiti dell’arte italiana di quegli anni».