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La carta in Toscana, tra storia e industria

Si chiama “La via della carta della Toscana” e intende valorizzare in chiave turistica il distretto della produzione cartaria dei territori di Lucca e Pistoia. Quest’area vanta una tradizione secolare nella lavorazione della carta che si perpetua dal Quattrocento e che oggi è confermata da un’industria solida e riconosciuta a livello internazionale. Il distretto, il più importante in Europa, conta ben 130 imprese di produzione e trasformazione della carta tissue e del cartone ondulato, che nello sviluppo sostenibile e nella ricerca hanno trovato prima la crescita e poi un riparo dalla recessione. Esso realizza produzioni pari al 70% della produzione nazionale per il tissue e al 40% per il cartone ondulato. Così, dopo una lunga gestazione durata oltre un decennio, sta finalmente partendo “La via della Carta”, un progetto di turismo culturale incentrato sul tema di questo manufatto. L’iniziativa è promossa da Lucente, società consortile non profit a cui partecipano la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, gli Enti locali e le principali associazioni di categoria del territorio. Grazie a uno studio di fattibilità finanziato dalla Fondazione è stato possibile sbloccare circa 3 milioni di euro (2,5 milioni provenienti da Arcus e 500mila euro dalla Regione Toscana), che serviranno per avviare i primi due interventi: il miglioramento del già esistente Museo della Carta di Pietrabuona a Pescia e la progettazione e il recupero di una porzione delle antiche vie di collegamento tra le contigue valli di Pescia e Villa Basilica, utilizzate fino a metà del Novecento dalle lavoratrici e dai lavoratori delle cartiere. Verranno battuti i sentieri, segnalati gli itinerari, posizionati cartelli che ripercorrono la storia dei mastri cartai, così da calare l’escursionista in un’atmosfera che profuma di aria di montagna e di tradizione. A testimonianza di un successo che affonda le proprie radici nel tempo, in una sorta di scenografico museo manifatturiero all’aperto, in questi luoghi restano straordinari esempi di archeologia industriale, antiche vie di comunicazione e una ricca cultura immateriale che dall’entroterra si spinge fino al mare: qui da circa un secolo trovano casa i maestri della cartapesta del Carnevale di Viareggio. Ecco perché si parla di “via della carta”: un’articolata rete di itinerari storici, culturali e ricreativi fondata sulla carta pregiata di Pescia, usata per la carta intestata dei papi e la carta moneta, sulla carta paglia di Villa Basilica, inventata dal farmacista Stefano Franchi, sul design in carta e cartone e la cartapesta di Viareggio. La prossima fase dell’iniziativa prevede il recupero della Cartiera Nardi, una delle più significative testimonianze di archeologia industriale presenti nel comune di Villa Basilica. Qui i “mulini da carta” sono famosi per la produzione della carta paglia. Ciò che rende “La via della carta della Toscana” un progetto unico nel suo genere è la capacità di calarsi perfettamente nel contesto in cui è stato creato: non esiste infatti nel nostro Paese un altro percorso sulla carta realizzato in un luogo dove la sua produzione sia ancora così centrale, diffusa e attuale. Una volta ultimata, “la via della carta” andrà ad affiancarsi agli altri sistemi turistici già esistenti nel territorio: dal Parco di Pinocchio a Collodi alle Terme di Montecatini, dal turismo culturale di Lucca e Pistoia a quello balneare della Versilia, dalle strade dell’olio e del vino alla ciclopedalata Giacomo Puccini, passando per il Carnevale di Viareggio e le escursioni in montagna.  

da “Fondazioni” marzo-aprile 2013