In occasione del suo intervento al Forum della Cooperazione Internazionale (che si è tenuto a Milano all’inizio di ottobre), promosso dal relativo Ministero e supportato fra gli altri, in qualità di partner istituzionali, dall’Acri e dalla Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, presidente di entrambi questi organismi, ha annunciato un progetto di impegno delle Fondazioni di origine bancaria aderenti all’Associazione a favore del Burkina Faso. Coordinato dalla Commissione Acri per l’Attività delle Fondazioni nei Paesi in via di sviluppo, il progetto nasce sulla scorta della positiva esperienza realizzata, a partire dal 2008, in Nord Uganda e Senegal da Fondazioni4Africa (iniziativa sostenuta da Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Fondazione Cariparma, a cui hanno poi aderito Fondazione Umano Progresso e Fondazione De Agostini). In particolare in Senegal sono stati sviluppati interessanti modelli di micro finanza al servizio di meccanismi di promozione della sovranità alimentare e del ruolo della donna nello sviluppo di attività generatrici di reddito, nonché di promozione del ruolo che i migranti possono svolgere per lo sviluppo delle nazioni di provenienza tramite un’adeguata valorizzazione delle loro rimesse. L’intervento a favore del Burkina Faso consiste in azioni di inclusione finanziaria delle popolazioni locali e della diaspora in senso ampio, con interventi volti al rafforzamento istituzionale e organizzativo degli organismi di micro finanza, all’educazione finanziaria, all’offerta di prodotti di credito e investimento per sostenere attività produttive nelle aree rurali target. «L’iniziativa, che valorizzerà il ruolo centrale svolto dalle donne in attività generatrici di reddito, – ha sottolineato Guzzetti – vuole innescare meccanismi virtuosi di promozione dello sviluppo integrato di filiera (per esempio quella del riso e del niebé), in cui risorse donate e risorse prestate si completeranno per sostenere interventi di dimensioni diverse e produrre un impatto complessivo più ampio. La valorizzazione del ruolo che le associazioni della diaspora burkinabè svolgono in interventi di cosviluppo e nella promozione di partenariati tra Italia e Burkina Faso costituirà, inoltre, un elemento caratterizzante dell’intera iniziativa». Il progetto, di durata triennale (2013- 2015), inizialmente avrà a disposizione 1 milione e mezzo di euro (una cifra analoga dovrebbe essere stanziata per ognuno dei due anni successivi) messo a disposizione da 30 Fondazioni, che hanno anche destinato altri 1,7 milioni di euro a Senegal e Nord Uganda, al fine di dare sostenibilità ad alcune attività qui sviluppate negli anni precedenti. Per dare un’idea di ciò che in tre anni lì (vedi i due articoli a lato) è stato realizzato da Fondazioni4Africa ricordiamo che le risorse complessive erogate sono state pari a 11,1 milioni di euro. Ma perché è stato scelto il Burkina Faso quale paese a cui estendere la sperimentazione di Fondazioni4Africa? Si tratta di un paese centrale nella sempre più complessa situazione geopolitica, che ha dinamiche economiche e sociali simili a quelle già affrontate in Senegal; inoltre mostra una significativa presenza di soggetti italiani della cooperazione. In questo paese tra il 2003 e il 2009, l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) ha rappresentato in media circa il 13% del Pil: il 40% proviene invece dal settore agricolo. Le ultime stime della Banca Mondiale evidenziano che circa 325 miliardi di dollari Usa sono stati trasferiti a livello globale nel 2010 verso i paesi in via di sviluppo con una percentuale in crescita, in media, di + 25% su base annua. Il Burkina Faso è il primo paese per numero di emigranti dell’Africa sub Sahariana con 1,6 milioni di emigranti pari al 9,7% della popolazione. Nel 2010 il volume dei flussi delle rimesse verso questo paese è stato pari a 11 milioni di dollari Usa che corrispondono all’1,4% del Pil (fonte World Bank). Il Burkina Faso è un paese chiave per l’intera area regionale pesantemente investita dai gravi processi di destabilizzazione che stanno sconvolgendo il confinante stato del Mali, dove movimenti islamisti come Aqmi (Al Quada Maghreb Islamico) stanno acquisendo un peso sempre maggiore. Inoltre le rotte dei trafficanti di armi e di uomini passano da quell’area, mentre il fenomeno della siccità incombe nei paesi limitrofi, dando vita a una situazione potenzialmente esplosiva. Un intervento di cooperazione sistemico può rappresentare davvero una strategia vincente per innescare processi virtuosi e rafforzare il ruolo strategico di questo paese per la stabilità dell’area del Sahel. Intervenire in Burkina Faso in questo contesto, affrontando le principali problematicità che ne impediscono lo sviluppo socio-economico, significa mantenere un focus preciso sull’inclusione finanziaria delle popolazioni locali e della diaspora in senso ampio, con interventi volti al rafforzamento istituzionale e organizzativo delle istituzioni di micro finanza, all’educazione finanziaria, all’offerta di prodotti di credito e investimento per sostenere attività produttive nelle aree rurali target, alla valorizzazione del risparmio dei migranti presenti in Italia attraverso le istituzioni di micro finanza in Burkina Faso. Il progetto prevede di mettere in campo azioni di sostegno alla micro finanza legata ad attività di promozione di filiere agricole (come, per esempio quella del riso e del niebé) o in relazione con attività generatrici di reddito e attività produttive che coinvolgano in particolare gruppi di donne (impegnate, per esempio, nella filiera della trasformazione della plastica riciclata o in altre attività di imprenditoria femminile nelle zone rurali o urbane). Tali azioni comprenderanno sia attività di accompagnamento/assistenza tecnica, rafforzamento istituzionale e gestionale di istituzioni di micro finanza, sia interventi volti a identificare e sviluppare specifici prodotti di micro finanza da utilizzare nelle diverse fasi della filiera (come per esempio gli strumenti della banca delle sementi, del warrantage o della microassicurazione agricola). Sempre nell’ambito delle azioni volte a sostenere l’inclusione finanziaria delle popolazioni rurali del Burkina, saranno sviluppati interventi volti a sperimentare servizi di micro finanza legati alla copertura delle spese sanitarie delle famiglie (mutuelle de santé) o prodotti tesi a valorizzare il risparmio dei migranti burkinabé attraverso istituzioni di micro finanza locali (individuazione di prodotti di credito, risparmio, investimento, assicurazione ad hoc per la diaspora burkinabè residente in altri paesi africani e in Europa). In tale ambito potranno essere promosse anche attività di educazione finanziaria sia a beneficio dei migranti in Italia, sia rivolte alle loro famiglie in Burkina. Sul fronte della promozione delle filiere agricole saranno previsti percorsi di accompagnamento/assistenza tecnica/rafforzamento gestionale e istituzionale rivolti ai diversi soggetti operanti lungo tutta la catena del valore di specifici prodotti agricoli, coinvolgendo associazioni di produttori, organizzazioni operanti nella trasformazione, nel confezionamento, nel trasporto e nella commercializzazione degli stessi prodotti. In merito alle azioni a favore delle donne coinvolte in attività generatrici di reddito o impegnate nella creazione e sviluppo di micro imprese o di imprese sociali, saranno realizzate attività formative e di accompagnamento nella elaborazione di business plan e specifici strumenti gestionali, al fine di supportare le realtà imprenditoriali femminili nel raggiungimento della sostenibilità economica e finanziaria delle loro iniziative produttive. Saranno inoltre realizzati interventi di rafforzamento istituzionale delle organizzazioni femminili coinvolte e di assistenza tecnica in campo tecnico e commerciale. L’intervento mira anche a sostenere forme di investimento produttivo avviate in Burkina da imprenditori locali, imprenditori italiani o migranti. A tal fine verranno accompagnate istituzioni di micro finanza o altre organizzazioni a sviluppare prodotti di credito adatti a investimenti produttivi di dimensioni piccole e medie (mesofinanza, equity capital) effettivamente coerenti con le esigenze di aziende private avviate da soggetti locali, italiani o da società miste italiane e burkinabè. Potranno essere realizzate anche azioni pre-competitive (quali, per esempio, analisi di mercato, analisi di filiere produttive, identificazione di prodotti finanziari, ecc) volte a promuovere un ambiente favorevole agli investimenti in Burkina Faso. Nel progetto saranno coinvolte associazioni della diaspora burkinabè presenti in Italia e attive nel loro paese d’origine saranno coinvolte in progetti di sviluppo comunitario e di solidarietà; verranno organizzate in Italia attività di formazione, assistenza tecnica, rafforzamento istituzionale (anche nell’ottica di una loro progressiva strutturazione in reti e federazioni regionali o nazionali) e in Burkina sarà garantito un accompagnamento continuativo e concreto nella realizzazione dei progetti di sviluppo che queste organizzazioni già stanno implementando o che intendono avviare nelle loro comunità d’origine, al fine di rendere tali interventi realmente coerenti con i piani di sviluppo decisi a livello locale. Sarà attivata un’ adeguata collaborazione con soggetti della società civile della comunità di provenienza, onde assicurare risultati efficaci e sostenibili degli interventi di co-sviluppo sul terreno. Sarà inoltre valorizzato il ruolo che le organizzazioni della diaspora burkinabé potranno svolgere nella creazione e nella promozione di partenariati tra territori italiani e burkinabè.
Acqua e scuole per il Nord Uganda
I risultati raggiunti dall’intervento di Fondazioni4Africa nel Nord Uganda stanno tutti in una serie di dati che illustrano l’impatto dell’azione in diversi campi: dalla vita quotidiana all’istruzione, dalla sanità all’economia. Sono 120mila le persone per cui sono state rese fruibili fonti d’acqua e lunghe oltre 50 km le strade di collegamento tra i villaggi, rese nuovamente percorribili al fine di rivitalizzare l’agricoltura. Nel campo dell’istruzione sono state costruite o ristrutturate 10 scuole in villaggi di aree rurali e realizzate case per insegnanti, latrine e servizi igienici, per un target di 5.566 studenti delle scuole primarie e secondarie; sono stati avviati 13 orti scolastici, con programmi articolati di educazione alimentare.
Per quel che concerne il settore sanitario sono state realizzate più di 60 visite sanitarie nei villaggi, 5mila sessioni di counselling (orientamento e sostegno individuale) e circa 14.500 test per l’Aids; 100mila persone hanno potuto beneficiare di servizi di base e specialistici presso il Lacor Hospital e i centri periferici di Amuru, Opit e Pabo. Sul fronte dell’economia: sono stati formati circa 1.000 agricoltori per la creazione di gruppi e reti di produttori; è stato realizzato un programma di microcredito dedicato alla fascia più vulnerabile della popolazione, con 360 beneficiari che hanno avviato altrettante micro attività generatrici di reddito; è stato sostenuto il consolidamento di una cooperativa di produzione artigianale i cui 150 membri sono principalmente donne con handicap o sieropositive; è stato inaugurato un media center dedicato ai giovani, con programmi di alfabetizzazione informatica e avvio alle nuove tecnologie di comunicazione e alla produzione fotografica. È stata infine realizzata una mostra fotografica interamente prodotta dai ragazzi di Kalongo, in collaborazione con Fotografi Senza Frontiere, che ha girato l’Italia toccando le piazze di Milano, Siena, Parma, Torino e Novara, per raccontare le sfide di un territorio nel post guerra civile, testimoniate da due delegazioni di studenti e insegnanti ugandesi in Italia, le quali hanno incontrato le scolaresche dei territori che hanno ospitato la mostra. Le organizzazioni che hanno implementato il progetto in Nord Uganda insieme ai loro partner locali sono: Amref, Avsi, Cesvi, Coopi, Good Samaritan, Fondazione Corti, Associazione gruppi Insieme si può.
Anche in Senegal le donne al centro
In Senegal l’intervento di Fondazioni4Africa si è concentrato sul fronte dell’economia, del credito e dei rapporti con l’Italia. Sono state realizzate 7 strutture (centri di condizionamento, centri di raccolta, trasformazione, e vendita, minilatterie, locali attrezzati) volte a rafforzare le filiere produttive della frutta, del pesce e di altri prodotti agricoli trasformati; le strutture sono gestite da 10 associazioni di produttori/ allevatori e oltre 30 gruppi di donne. Inoltre sono state attivate 5 strutture ricettive di turismo responsabile (che hanno già raggiunto la loro sostenibilità economica e finanziaria), dotate di sistemi alternativi di generazione dell’energia e completate da un laboratorio professionale per la produzione di batik, una buvette e un mercato per l’accoglienza dei turisti. Sul piano del credito è stata creata una piattaforma per la canalizzazione delle rimesse dei migranti attraverso le organizzazioni di micro finanza in Senegal e sono state rafforzate e informatizzate 3 unioni di micro finanza, che raggruppano 35 casse di base e contano oltre 33mila membri; per il loro funzionamento sono stati formati 800 esperti. Per quel che riguarda i rapporti con l’Italia: sono stati rafforzati 10 partenariati tra autorità locali italiane e senegalesi e in tutta la penisola nel corso del 2011 sono stati organizzati 8 eventi pubblici nell’ambito di “Carovana4Africa”. Infine 2mila ragazzi di oltre 30 scuole medie superiori italiane e senegalesi hanno partecipato ad attività di sensibilizzazione e educazione alla mondialità realizzate con la partecipazione di animatori migranti (60 gli educatori coinvolti e 4 i partenariati didattici promossi tra Italia e Senegal). Il progetto in Senegal è stato implementato da 4 Ong italiane (Acra, Cisv, Coopi, Cospe), un centro di ricerca (Cespi), 8 associazioni di migranti senegalesi attive in Italia e in Senegal (Associazione Senegalesi di Torino, Associazione Stretta di Mano, Associazione Senegalesi della Provincia di Parma, Associazione Trait d’Union, Sunugal, Casto, Associazione Senegalesi di Poggibonsi, Associazione Insieme di Faenza).