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Africa Forum a Taormina

É passato ancora un giorno, e poi un mese, e poi un altro. E dall’Africa continuano ad approdare sulle coste italiane profughi che sfuggono a guerre e miseria. Giovani forti, donne coraggiose, bambini a volte soli, già alla ricerca del proprio futuro. É un’onda gonfia di dolore quella che ci è arrivata dall’Africa negli ultimi mesi: carica di difficoltà, di lutti, di paure, ma anche di speranza. La speranza di chi è giovane e vuole cercare un domani migliore. Ma vuole cercarlo qui, dall’altra parte del mare, perché non spera più nel proprio paese. Eppure l’Africa non può essere considerata – e non è – solo un’area del mondo che fugge da se stessa, scontrandosi con il disagio di un Vecchio Continente impreparato ad affrontare esodi che alcuni temono di dimensioni bibliche. Pur minata da problemi gravissimi, che a volte sembrano endemici, tanto è difficile sradicarli, l’Africa è una realtà che va avanti, che ha visto dissolversi dittature, cleptocrazie, regimi di apartheid. Una realtà che è ricchissima di materie prime e, soprattutto, è fatta – fra il 70 e l’80% della popolazione – di giovani pieni di voglia di libertà, sensibili agli stimoli esterni, spesso cresciuti in una dimensione globalizzata, grazie a internet. É a quest’Africa che già da tempo guardano importanti investitori internazionali; ed è pensando ad essa che nel 2007 la Fondazione Banco di Sicilia, con il supporto di The European House – Ambrosetti, ha dato vita a un importante progetto pluriennale finalizzato a incentivare nuove possibili relazioni di business fra l’Europa e l’Africa. Esso trova il suo culmine in un Forum internazionale dal titolo “Sviluppare le Regioni dell’Africa e dell’Europa”, che è giunto ormai alla sua quinta edizione e che, come sempre, verrà celebrato in terra siciliana, a Taormina, il 6 e il 7 ottobre prossimi. Ad esso partecipano imprenditori, economisti, manager, politici e scienziati provenienti da ogni parte del mondo, che animano due giorni di tavole rotonde e dibattiti interamente centrati sui futuri destini dell’Africa e sul ruolo che l’Itala e la Sicilia possono avere come trait d’union, geografico (certo) ma anche imprenditoriale (perché no?), fra i due Continenti. Con l’obiettivo, dichiarato, di rendere l’Isola la piattaforma su cui poggiare le leve strategiche per nuove dinamiche di progresso dell’Africa. «Una cosa è certa – dichiara Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Banco di Sicilia – scommettere sulla crescita del continente africano oggi non è un’utopia economica e nemmeno un azzardo da tavolo verde. Basta incertezze e basta titubanze, è l’ora del fare: per l’Africa e per l’Europa. Occorre, però, affrettarsi: Cina e Stati Uniti, ma anche India e Giappone, si sono infatti già mossi da tempo per cogliere le opportunità che l’Africa offre». É dunque nel segno del fare che sono nati diversi progetti, alcuni dei quali ormai operativi. Innanzitutto un centro finalizzato a incentivare la formazione universitaria in Europa della futura classe dirigente africana, realizzato dalla Fondazione Banco di Sicilia in partnership, fra gli altri, con la Fondazione Crui. Intitolato a Léopold Senghor, il poeta presidente senegalese che cinquant’anni fa coniò l’espressione “Eurafrica” per sottolineare quanto siano intrecciati la storia e i destini dei due Continenti, il centro è una vera e propria Agenzia, che offrirà servizi di orientamento a distanza, assistenza burocratica e amministrativa, selezione degli studenti per gli atenei europei che ne faranno richiesta, offerta di stage aziendali, nonché reclutamento per conto di aziende africane ed europee per posizioni da ricoprire in Africa. Un’altra importante iniziativa è il progetto di telemedicina realizzato nell’ambito del programma Dream della Comunità di Sant’Egidio. Ad esso la Fondazione sta dando il proprio supporto affinché ne siano ampliate le attività. In pratica 20 centri medici di frontiera in Africa (Mozambico, Malawi, Kenya, Tanzania, Nigeria, Camerun, Angola, Repubblica democratica del Congo, Guinea e Guinea Bissau)  si stanno trasformando in altrettanti poli per la telemedicina e la formazione a distanza del personale tecnico, medico e infermieristico locale. I centri saranno dotati di attrezzature per videoconferenza, comunicazione satellitare e pannelli fotovoltaici per l’indipendenza energetica; e grazie a queste infrastrutture sarà possibile svolgere attività di diagnosi e cura dei pazienti a distanza nonché corsi di formazione. Inoltre, la Fondazione sostiene il centro Dream già esistente a Messina, con l’obiettivo di trasformarlo in un polo di eccellenza della telemedicina in Sicilia. Durante il Forum del 2010, uno dei principali temi trattati fu quello relativo al vertiginoso processo di urbanizzazione in corso in Africa: dal 2005 a oggi le città africane hanno registrato il più alto tasso di incremento e le stime parlano di 700 milioni di urbanizzati nel 2030 (+ 50% rispetto a oggi), in un contesto in cui il 43% della popolazione urbana vive sotto la soglia di povertà. Le difficoltà a governare quest’onda irrefrenabile e le problematiche socio-economiche ad essa connesse sono dunque oggettive. Un contributo scientifico per affrontare il problema la Fondazione Banco di Sicilia cerca di darlo bandendo un “Concorso per idee” per la realizzazione del layout concettuale di un quartiere urbano sperimentale in Africa. L’obiettivo è individuare modelli innovativi di urbanizzazione – dalla progettazione dei nuclei abitativi alla definizione del layout di città al sistema di trasporti pubblici – capaci di tener presenti le esigenze di socializzazione e con costi quantificabili, che sia facilmente replicabile, anche in aree tra loro diverse. Il concorso (il cui bando è sul sito www.ambrosetti.eu) è aperto a giovani architetti, urbanisti e ingegneri europei e africani under 40, fino al 20 luglio.

da “Fondazioni” luglio-agosto 2011