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A Foligno l’arte contemporanea trova casa

Un’area interamente dedicata all’arte contemporanea a Foligno? Nel 2000, quando cominciò a circolare l’idea, erano davvero in pochi a pensare che la cosa fosse fattibile. Oggi, grazie all’impegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Comune e Cassa di Risparmio Spa, questo sogno è diventato realtà: è nato il Centro Italiano Arte Contemporanea (Ciac). Sorto nel cuore storico della città, sulle rovine di un edificio che fu Centrale del latte e poi ufficio postale, il Centro è diventato il contenitore di energie culturali capace di ospitare due grandi mostre ogni anno e proporsi come punto di coordinamento delle iniziative sull’arte contemporanea in Umbria. Il riscontro positivo del pubblico non si è fatto attendere. Il Ciac si articola in due spazi. Il primo (nelle foto in alto, da sinistra: l’immagine dell’esterno e quella dell’interno) è un parallelepipedo rivestito di corten color ruggine, privo di finestre, concepito dal pittore Getulio Alviani e dall’architetto Alberto Zanmatti, realizzato da Giancarlo Partenzi. Si sviluppa su tre piani e prende luce da un lucernario centrale posto su pilastri che scandiscono la volumetria degli interni. Lo schema si caratterizza per la sua semplicità e il suo rigore, che rendono protagonisti assoluti la luce e lo spazio. L’edificio si trova in pieno centro storico tra l’abside medievale della Chiesa di San Francesco e le costruzioni liberty di via del Campanile: questo incontro-scontro tra antico e moderno determina un impatto armonico che unisce il passato al futuro in un contrasto davvero stimolante. Il secondo spazio è stato ricavato all’interno dell’ex Chiesa dell’Annunziata. Dopo due secoli di oblio, il gioiello della cultura neoclassica tra Vanvitelli e Piermarini, dovuto al grande architetto Carlo Murena, è stato oggetto di un profondo intervento di restauri che l’ha riportato a nuova vita. Nella navata centrale del complesso è esposto permanentemente il capolavoro di Gino De Dominicis “Calamità cosmica” (ultima foto a destra), acquisito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno nel 2010. Attualmente, e fino al 15 settembre, il Ciac ospita la mostra “Giuseppe Uncini: i primi e gli ultimi”, dedicata ai lavori del grande artista marchigiano scomparso nel 2008. L’esposizione di Foligno arriva dopo le importanti antologiche effettuate allo Zkm di Karlsruhe (2008), al Mart di Rovereto (2008- 2009), alla Neue Galerie am Landesmuseum Johanneum di Graz (2009). L’allestimento, curato da Bruno Corà e Italo Tomassoni, direttore del Centro, presenta circa 50 opere che testimoniano sia gli esordi dell’artista (i suoi primi lavori celebri furono i “Cementarmati” del 1957) sia le opere dei cicli “Architetture” e “Artifici”, concepite e realizzate negli ultimi anni di vita dell’artista. Giuseppe Uncini, nato a Fabriano nel 1929, è stato uno dei massimi scultori italiani della seconda metà del ventesimo secolo e la sua opera, a partire dalla fine degli anni 50, si era confrontata, insieme all’opera di Enrico Castellani, Piero Manzoni, Francesco Lo Savio, Gianni Colombo, con le più avanzate ricerche europee e internazionali, nel solco aperto da Burri, Fontana, Colla e Mannucci, che lo precedevano generazionalmente. Il Ciac apre soltanto in occasione di mostre o altre iniziative, normalmente nei fine settimana, con orario 10-13 e 15-19. Si trova a Foligno (Pg) in via del Campanile 13. L’ingresso a entrambe le sedi del Centro costa 4 euro; è gratuito per i minori di 18 anni e per gli over 65. È possibile richiedere il servizio di visita guidata senza alcun costo aggiuntivo.

da “Fondazioni” settembre-ottobre 2011