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Machiavelli è sempre di moda

Un viaggio storico-multimediale alla scoperta di Machiavelli e dei capitani di ventura è quello proposto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia con la mostra “Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra, arti e potere nell’Umbria del Rinascimento”, allestita fino al 25 gennaio a Palazzo Baldeschi, in collaborazione con la Fondazione Cariperugia Arte, creata dall’ente presieduto da Carlo Colaiacovo proprio per dare impulso alla creazione e alla diffusione di iniziative culturali nel territorio umbro, utili a rafforzarne l’immagine in termini di attrazione di flussi turistici di qualità. Un suggestivo allestimento ricco di manoscritti, armi e realizzazioni multimediali catapulta immediatamente il visitatore nel mondo dell’arte della guerra, di cui i capitani di ventura, i condottieri che venivano assoldati dai signori insieme ai loro gruppi di soldati professionisti, erano un vero esempio e di cui nel Medio Evo e nel Rinascimento l’Umbria fu una regione “ricca”. Personaggi come Braccio Fortebracci, Niccolò Piccinino, Bartolomeo d’Alviano, Giampaolo Baglioni e il Gattamelata hanno segnato la storia umbra dell’epoca e sono, insieme al Machiavelli, i protagonisti della mostra: un percorso che dedica la prima stanza proprio all’autore de “Il Principe”, che si può qui ammirare in un ritratto inedito (vedi foto) insieme alla copia manoscritta G14 del suo capolavoro, proposto anche nelle traduzioni in ebraico, etiope, giapponese, persiano, polacco, russo, hindi. Ci sono poi monete, materiale filatelico e giochi riferiti al Machiavelli. Oltrepassata la prima sala, si entra nel ricco mondo dei capitani di ventura, a cui sono dedicate altre quattro sale suddivise per territorio di appartenenza dei personaggi: Città di Castello, con la famiglia Vitelli; Todi e il Lago Trasimeno, di cui è documentato l’episodio della Congiura della Magione; il territorio Nocerino/Gual dese; Perugia stessa, con la famiglia Baglioni, presente con una galleria di ritratti dei principali esponenti, primi fra tutti Giampaolo, Malatesta, Braccio e Astorre Baglioni. C’è poi una parte della mostra che documenta con immagini fotografiche l’urbanistica di varie città dell’Umbria, in particolare l’architettura cinquecentesca di prestigiosi palazzi che si possono ancora ammirare nel loro splendore a Perugia, Città di Castello, Gubbio, Foligno e Spoleto. Gran finale nella straordinaria Galleria dei capitani di ventura, con ritratti, materiali d’archivio ed esposizioni di armi originali appartenenti alla famiglia Baglioni. Si possono vedere opere di artisti come Cristofano dell’Altissimo, Nicolò Lattanzio, Sinivaldo Ibi, autore del bellissimo Gonfalone di Gubbio, ma anche di Annibale Brugnoli, Berto Di Giovanni, Matteo da Gualdo, Pinturicchio, Luca Signorelli, Perugino, Salvatore Fiume e Lo Spagna. Uno dei fiori all’occhiello della mostra è, infine, il modello ligneo del “Tempio della Consolazione” di Todi, attribuito al Bramante.    

 da “Fondazioni” novembre-dicembre 2014