«Frutto della carità cristiana e della solidarietà civile». Sono state queste le parole che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha pronunciato per definire la nuova Casa dell’Accoglienza di Pescara in occasione della sua inaugurazione il 20 giugno scorso. Si tratta di un complesso che comprende una mensa per 180 persone e uno spazio per ospitare fino a 60 senzatetto. È stata realizzata dalla Caritas diocesana di Pescara-Penne, con i fondi dell’otto per mille, in uno spazio messo a disposizione dalla Fondazione PescarAbruzzo. Le stanze (40 per gli uomini e 20 per le donne) sono tutte climatizzate e dotate di armadi, comodini e servizi igienici personali. Lungo i corridoi ci sono telecamere per controllare il corretto utilizzo degli spazi. Sono state realizzate anche alcune camere per ospiti disabili, con spazi e toilette facilmente accessibili. «La città di Pescara e la nostra regione – ha dichiarato Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo – hanno finalmente un luogo funzionale in cui sarà possibile aiutare a far riconquistare dignità e sicurezza ai tanti che le vicende esistenziali e sociali costringono ai margini della vita comune». Pienamente in sintonia le parole del cardinal Bagnasco, che ha illustrato il senso dell’iniziativa: «Voglio ricordarvi che l’Italia buona esiste; e lo dico perché certe rappresentazioni di maniera vorrebbero farci credere a uno sfascio generale, alla chiusura di ognuno nel proprio recinto individuale, per la serie “si salvi chi può”. Ma quando si vive in una società come la nostra non vale il “si salvi chi può”, ma si concepisce come una famiglia: o insieme o tutti affondiamo… Negli altri paesi la carità è intesa come rispondere a dei bisogni che esistono, come la fame, le malattie; in Italia è concepita come risposta a delle persone che hanno dei bisogni e il primo bisogno è il non sentirsi soli: è la solitudine che uccide più della fame. Mi auguro che la Cittadella dell’Accoglienza diventi sempre più “casa”, “famiglia”: la famiglia è il luogo delle relazioni buone che ci permettono di avere fiducia, di non sentirci soli. La Cittadella allo stesso modo dovrà essere la “rete” che mi pensa con benevolenza e mi accompagna nella vita».