Più volte è stato affrontato su queste pagine l’impegno delle Fondazioni di origine bancaria a favore dell’Ambiente, segnalando che si tratta di un elemento che caratterizza trasversalmente la loro attività su molti fronti, e non certamente ultimo quello dello sviluppo locale, qui accanto descritto, o della tutela del patrimonio artistico e architettonico, che non può prescindere da un corretto recupero alla fruibilità dell’ambiente circostante se si propone di ottenere ricadute positive per il turismo locale. Proprio per questa ragione, però, in una verifica delle imputazioni dei progetti allo specifico settore della “Protezione e qualità ambientale” le risorse a esso dedicate risultano residuali, coprendo solo l’1,8% (pari a 16,2 milioni di euro) delle erogazioni totali delle Fondazioni. È da notare che l’Acri, con l’attività di un’apposita Commissione, sta favorendo una crescente consapevolezza presso le proprie Associate non solo dell’importanza delle questioni ambientali in termini di non inquinamento e di risparmio energetico, ma anche – e soprattutto – in termini di educazione e formazione delle nuove generazioni per assicurare loro un adeguato livello di qualità della vita anche per il futuro. Sempre più numerose sono, dunque, le iniziative realizzate per interessare i giovani a queste tematiche, coinvolgendoli in prima persona, incuriosendoli e portandoli a misurarsi nel concreto con tutto ciò che è utilizzo sostenibile del le risorse, ricerca di fonti energetiche rinnovabili, salvaguardia della natura. Non è, allora, un caso che l’Acri, insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano e al TIS innovation park della stessa città, nel 2014, per il terzo anno consecutivo, abbia proposto agli studenti universitari italiani di facoltà tecniche la sfida di Enertour, il concorso che invita a proporre idee innovative per un futuro più green, in particolare sul fronte energetico. E che, insieme agli stessi partner, l’Acri abbia partecipato, per la prima volta quest’anno, ai “Colloqui di Dobbiaco”, una tre giorni di studi, confronti e incontri, giunti alla 25a edizione, che si è svolta dal 3 al 5 ottobre nel piccolo comune in provincia di Bolzano, a molti noto come “la porta sulle Dolomiti” (Tor zu den Dolomiten). I Colloqui di Dobbiaco affrontano ogni anno un tema fra quelli di maggior rilievo per risolvere le problematiche ambientali. Quest’anno lo slogan era “Dal fare al dire. Imparare per l’era solare”. Si è provato a immaginare che cosa si deve imparare per una civilizzazione post-fossile e sono stati forniti diversi stimoli al mondo della scuola per trovare gli strumenti e le occasioni più adatte per una vera educazione alla sostenibilità. Perché per imparare davvero – era il leitmotiv di questa edizione dei Colloqui – bisogna agire e, al contempo, quando si sa si agisce. “Imparare nei progetti di trasformazione ecologica, nell’orticoltura o nei laboratori, è un processo di auto-formazione – recitava la presentazione dell’edizione 2014 –. Imparare nell’azione e nella resistenza contro la distruzione ambientale è un’educazione alla responsabilità sovversiva. Imparare in un contatto diretto con la natura, con la sua vita e le sue atmosfere è un’educazione dei sensi. E non per ultimo: come possono contribuire le tecnologie digitali e i media sociali nel web per la mobilitazione e la formazione di reti?”. I Colloqui di Dobbiaco hanno risposto a queste e altre domande e l’Acri e le sue Fondazioni non sono state soltanto a sentire!