La Fondazione Fotografia Modena dedica una personale al grande fotografo napoletano Mimmo Jodice, aperta fino all’11 gennaio al Foro Boario di Modena. La mostra, dal titolo “Arcipelago del mondo antico”, è incentrata sul Mediterraneo, alla cui indagine l’artista ha dedicato gli ultimi trent’anni della sua lunga carriera. Il percorso si snoda tra cinquanta opere fotografiche, in maggior parte mai esposte sinora, in cui Jodice ricompone l’immagine delle civiltà che hanno attraversato la storia antica del mare nostrum, facendo rivivere statue e templi, eroi e miti, in un tempo sospeso in cui passato e presente sembrano convivere. Fondamentale per comprendere la poetica di Jodice è il suo rapporto con la città natale, Napoli, sempre presente nelle sue fotografie e nella quale, per scelta, continua a vivere, traendone un continuo stimolo creativo. È da Napoli che l’artista ha tratto i temi del mare e dell’antico, essendo nato nel centro storico della città, dove ci sono i ruderi e le pietre romane. Di Napoli, negli anni settanta, Jodice è stato capace di raccontare anche i momenti più bui: il colera, il terremoto, il disagio sociale. Successivamente, ha deciso di non fotografare più le persone e di passare da una fotografia che analizzava il sociale, sviscerandolo, a un nuovo corso: ha cominciato a studiare gli spazi, i vuoti e i silenzi della città, volgendo poi lo sguardo al passato, all’antichità e offrendone una sua interpretazione. Un’altra caratteristica di Jodice è l’incessante sperimentazione di tecniche e materiali. Come rileva Filippo Maggia, curatore della mostra, l’artista, pur avendo iniziato a fotografare cinquant’anni fa, continua a «inventare, a studiare nuove tecniche sempre più raffinate di ripresa e soprattutto di stampa, che implicano lunghe e faticose prove in camera oscura».