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Fondazioni: dimora e vetrina per le collezioni private

Da sempre le Fondazioni di origine bancaria vengono riconosciute quali soggetti in grado di custodire, valorizzare e rendere fruibili i tesori del nostro patrimonio storico-artistico. Esse recuperano e mettono a disposizione delle comunità edifici di pregio delle nostre città e, proprio per il loro accreditamento nel campo dell’arte e della cultura, sempre più di frequente vengono elette da collezionisti privati quali eredi delle opere raccolte durante la loro vita, con il vincolo che divengano accessibili a tutta la cittadinanza. Recenti sono i casi di Parma, Bologna e Macerata, che approfondiamo in questo articolo. «Abbiamo scelto come sicura dimora per la nostra amata collezione la Fondazione Cariparma fermamente convinti che la lungimiranza del suo presidente propizierà con ogni mezzo e in ogni occasione il grande messaggio d’arte che tanti pittori hanno impresso sulle tele, che noi abbiamo amorevolmente custodito e che da ora in poi rendiamo pubbliche soprattutto per i giovani di oggi, di domani, di sempre». Sono le testuali parole del Maestro Renato Bruson che spiegano perché il celebre tenore abbia deciso di donare alla Fondazione Cariparma la sua ricca collezione di opere prevalentemente dell’arte pittorica italiana a cavallo tra il XIX e il XX secolo. La donazione comprende settanta capolavori. Vi figurano importanti firme: da Giovanni Boldini (ben quattordici sono le opere del maestro ferrarese in collezione) a Giovanni Segantini, dai grandi macchiaioli toscani (Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini) a importanti vedutisti veneti (i fratelli Guglielmo e Beppe Ciardi, Pietro Galter, Pietro Fragiacomo). La Collezione Renato Bruson è stata già trasferita nella sede della Fondazione e da settembre a dicembre sarà esposta al pubblico in una mostra al piano terra di Palazzo Bossi Bocchi, sede della Fondazione. Nei prossimi mesi sarà oggetto di un’accurata catalogazione e dal 2015 sarà collocata in via definitiva nelle sale dei piani superiori del Palazzo. Se ci spostiamo a Bologna troviamo sempre una Fondazione come garante della vitalità di collezioni d’arte. Nella realizzazione del circuito denominato “Genus Bononiae”, che ha riunito alcuni dei più importanti palazzi cittadini trasformandoli in sedi di esposizioni e concerti, tra il 2001 e il 2013 la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna ha, infatti, acquisito numerose opere d’arte, sia antiche che contemporanee (“Elezier e Rebecca al pozzo” di Giuseppe Zola e “La Pudicizia” di Giacomo De Maria), allo scopo di restituire alla città testimonianze significative di artisti parte della sua storia (Annibale Carracci, Guido Reni, Canova, Medardo Rosso, Balla, Boccioni) oppure nuclei collezionistici vaganti che rischiavano la frammentazione e la dispersione. Al riguardo, tantissime sono state le donazioni che la Fondazione ha ricevuto, segno del riconoscimento del ruolo sempre più incisivo che essa svolge nella vita culturale cittadina. Tra le principali donazioni ricordiamo quella di Luisa Checcoli Mongardi, formata da quattro dipinti di scuola bolognese tra i quali spiccano le tavolette di Francesco Francia e di Innocenzo da Imola, e quella di Maria Antonietta Di Marzio Gaist, importante donazione pervenuta per onorare la memoria di Quirino Di Marzio, luminare dell’oftalmologia e per lunghi anni direttore della Clinica oculistica dell’Università di Bologna. Fino al 28 settembre le opere provenienti da acquisizioni e donazioni sono esposte al pubblico, con ingresso gratuito, rispettivamente a Palazzo Fava e a Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo. Scendiamo infine nella Marche, dove la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata ha recentemente aggiunto alla sua collezione dieci importanti bozzetti e un modellino in resina del Maestro Dante Ferretti. Documentano i maggiori successi della sua carriera di sceneggiatore di fama internazionale, coronata da ben tre Premi Oscar. Le pellicole alle quali si riferiscono le opere acquistate dalla Fondazione spaziano da “The Aviator” del 2003 a “Sweeny Todd. Il diabolico barbiere di Fleet Street” del 2008, fino al recentissimo “Hugo Cabret” del 2012. Senza dimenticare le pellicole altrettanto famose di registi del calibro di Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Martin Scorsese e Franco Zeffirelli, che hanno scelto di porre l’arte ferrettiana a servizio del grande cinema. A Dante Ferretti la Fondazione Carima dedica un’intera sala di Palazzo Ricci, sede che ospita una ricca raccolta d’arte del XX secolo di proprietà della Fondazione, aperta gratuitamente ai visitatori.

da “Fondazioni” luglio-agosto 2014