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Dal Nebbiolo al Trento doc, il vino profuma di territorio

È il vino a trainare le esportazioni dell’agroalimentare italiano. Nel 2013 ne sono usciti dalle cantine del Bel Paese con rotta verso l’estero oltre 20 milioni di litri, con un fatturato che supera i 5 miliardi di euro (+7,3% sul 2012). Tra le ragioni di questo successo c’è senza dubbio un crescente investimento in qualità e innovazione. Negli ultimi anni le Fondazioni di origine bancaria stanno accompagnando questa crescita, sostenendo la ricerca in campo agroalimentare ed enologico in particolare. E ora si cominciano a vedere i primi esiti positivi. Ad Alba (Cn) sono stati recentemente presentati i risultati del progetto “Nebbiolo Genomics”, realizzato grazie al sostegno delle Fondazioni di Asti, di Cuneo e di Torino. Partito nel 2012, il progetto di ricerca è arrivato a decodificare il genoma di tre cloni di Nebbiolo. Oltre al suo intrinseco valore scientifico, il lavoro svolto rappresenta la base di partenza per capire in dettaglio l’interazione tra la base genetica di questo vitigno e le caratteristiche pedoclimatiche degli ambienti in cui è coltivato. La ricerca non si ferma qui: si aprono nuove prospettive anche per lo studio dell’interazione vite-patogeni, in particolare nella lotta contro la Flavescenza dorata, che tanti danni sta arrecando alla viticoltura piemontese. Un altro importante risultato è stato raggiunto nel Nordest. Qui la ricerca ha interessato lo spumante Trento doc. Il progetto, di durata triennale, è stato coordinato dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ed è sviluppato nell’ambito della piattaforma Ager, iniziativa sostenuta da 13 Fondazioni. Grazie a una serie di analisi chimiche e molecolari innovative è stato possibile tracciare la “carta d’identità” di questo vino, così da certificarne con esattezza l’origine. È stato dimostrato il legame tra vino e territorio di origine, utilizzando diversi marcatori. Si è scoperto infatti che la peculiarità del vino non risiede, come si pensava, nel provenire da viti “d’alta quota”, quanto piuttosto da un particolare contesto ambientale fatto di escursioni termiche e sistema di coltivazione a pergola. Ovvero il legame con il suo territorio, il Trentino. È stata inoltre indagata la complessità aromatica del Trento doc e sono stati individuati quasi 2mila composti varietali.

da “Fondazioni” novembre-dicembre 2014