Un lavoro durato più di 12 anni, che ha coinvolto in tutto 154 studiosi italiani e stranieri, riuniti per censire e analizzare 1.858 dipinti, stilare 1.471 schede raggruppate in 5 volumi, a seconda dell’epoca dell’opera. Con l’uscita del quinto volume, si conclude finalmente la pubblicazione del Catalogo generale dei dipinti della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Si tratta di un’iniziativa culturale di assoluta rilevanza e di un’impresa editoriale senza precedenti, per vastità e completezza, mai realizzata nei due secoli di storia della Pinacoteca. L’opera è stata voluta e sostenuta con un importante impegno economico dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, che ne ha affidata la realizzazione alla veneziana Marsilio Editori. La ragione principale del progetto sta nel principio fondamentale che governa la tutela del patrimonio artistico: un catalogo generale è infatti uno strumento imprescindibile per la conoscenza delle opere d’arte e, dunque, per la loro conservazione. Nel caso della Pinacoteca, il lavoro è servito a mappare l’intera collezione, esposta solo per un sesto. Le opere non esposte al pubblico sono distribuite tra i depositi interni, purtroppo non sempre all’altezza delle esigenze di un moderno istituto museale, e quelli esterni. In particolare, più di trecento dipinti nel corso dei secoli hanno trovato collocazione, talvolta impropria, in uffici dello Stato (per esempio Camera dei Deputati, Senato, Ministeri, Ambasciate, Prefetture) oppure in chiese e arcivescovadi: una vera e propria “Pinacoteca sommersa” che il Catalogo intende finalmente riscattare, portandola all’attenzione del pubblico e degli studiosi nella sua interezza. Le radici del Catalogo generale della Pinacoteca affondano lontano nel tempo: alla fine degli anni Cinquanta il soprintendente Cesare Gnudi progetta il primo Catalogo generale; tra il 1967 e il 1973 il direttore Andrea Emiliani inizia a pubblicare, commentate, le prime testimonianze archivistiche, gettando le basi per la successiva opera di catalogazione e schedatura. All’inizio degli anni Novanta, nasce la Società di Santa Cecilia, voluta da Andrea Emiliani per valorizzare e sostenere il patrimonio della Pinacoteca e, alla metà del decennio, interviene la Fondazione del Monte per sostenere l’avvio del progetto di sistematizzazione del Catalogo. Un processo lungo e complesso, coronato nella pubblicazione dei cinque volumi. Questa la scansione dei cinque tomi: il primo (edito nel 2004) contiene le opere che vanno dal Duecento fino a Francesco Francia, il secondo (2006) va da Raffaello ai Carracci, il terzo (2008) è dedicato a Guido Reni e il Seicento, il quarto (2011) si occupa di Seicento e Settecento, il quinto volume (2013) presenta i dipinti dei secoli Ottocento e Novecento.